Ricevo e pubblico.
La polizia... a volte |
DIAZ
di Vittorio Agnoletto*
La
sentenza della Corte Europea, ha avuto ampio spazio sui media. Tutti (o quasi)
concordi nel denunciare la gravità di quanto avvenuto e le responsabilità della
polizia. Eppure la Corte si è limitata a
“ratificare” quanto affermato dai magistrati italiani nelle sentenze dei
processi Diaz e Bolzaneto.
Ma
quando il 5 luglio 2012 la Cassazione confermò le condanne, i principali
editorialisti criticarono la sentenza. Vi fu anche chi, giornalista
democratico, scrisse che tali condanne erano “ forse giuste ma certamente
inopportune”. Il senso era chiaro: la
ragione di Stato avrebbe dovuto prevalere. Se fosse stato per i vertici della
politica e delle forze dell’ordine oggi avremmo ancora alla direzione dei
nostri servizi di sicurezza qualche
dirigente di polizia coinvolto nella notte cilena.
Per undici lunghi anni quando un dirigente di polizia veniva inquisito e/o
condannato nel processo Diaz, riceveva
un avanzamento fino ai livelli massimi
della carriera. Promozioni distribuite dai propri superiori, corresponsabili di
quanto avvenuto in quei giorni, con il tacito assenso del governo, senza
distinzione tra centrodestra e centrosinistra.
E i pochi fra noi, che non hanno smesso un istante di denunciare,
facendo nomi e cognomi, le responsabilità dei massimi vertici della polizia,
non hanno avuto vita facile, tra minacce, atti intimidatori e censure, come io
stesso posso testimoniare.
Ogni
tentativo di proporre una legge che istituisse il reato di tortura come
specifico reato dei pubblici ufficiali e un codice identificativo per ogni
agente si è scontrato con il veto dei vertici della polizia e con la totale
subalternità del mondo politico.
Dimenticare
tutto ciò non sarebbe giusto e non ci
aiuterebbe a comprendere ne' aspetti importanti, ma indecenti, della storia del
nostro Paese, ne' la dislocazione di alcuni poteri forti che, seppure non
sempre visibili, non hanno mai smesso di far sentire il loro peso.
Ora
l’equilibrio di forze dentro questi poteri sta cambiando, tanto che il
principale quotidiano nazionale arriva a mettere in discussione l’opportunità
che De Gennaro, nel 2001 capo della polizia,
sieda ai vertici di Finmeccanica, dubbio immediatamente ripreso dal
presidente del PD. Ben arrivati ! Ma
dove eravate in tutti questi anni ?
Quando un pugno di magistrati genovesi cercavano di portare avanti il
processo Diaz, isolati, sotto pressione e oggetto di non velate minacce ?
Quando chiedevamo che lo Stato rivolgesse una parola di scuse alle vittime
della Diaz e di Bolzaneto ? Quando i vostri partiti affossavano la commissione
d’inchiesta parlamentare ?
Avete
avuto un ravvedimento ? Siete pronti all’autocritica ? O sono più
semplicemente cambiati gli equilibri nei
vertici delle forze dell’ordine e qualche nuovo potente reclama un po’ più di
spazio.
Ci
sarà finalmente un reato di tortura come previsto dalla convenzione
internazionale ? I pubblici ufficiali inquisiti verranno sospesi e se
condannati verranno rimossi come avviene in tutta Europa ? Sarà abolita la prescrizione
per i reati commessi dai pubblici ufficiali nello svolgimento del loro lavoro ?
Sarà istituito il codice identificativo per i
tutori dell’ordine ? Saranno ridiscussi i criteri di arruolamento e di
formazione delle forze dell’ordine privilegiando la fedeltà alla Costituzione
piuttosto che all’omertà di corpo ? Verranno riabilitati i poliziotti e gli
infermieri penitenziari che collaborarono coi magistrati la cui carriera fu stroncata?
Il balbettio di Renzi non lascia presagire nulla di buono.
*
portavoce del Genoa Social Forum a Genova nel 2001
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