“…Quante morti si
portano appresso i fanatismi, in particolare quelli religiosi. Ma guai, guai a
cancellare dall'Uomo la spiritualità. Se tutto diventa lecito e soggetto
all'utilitarismo è la fine del mondo. Un tempo si invocava la morale laica, in
Italia Giorgio Ambrosoli, Rosario Livatino, Pio La Torre ne sono stati fulgidi
esempi. Tutti e tre uccisi per mano di mafia, irrisi dal potere e presto
archiviati nella memoria collettiva”...
Quelle sopra sono parole dell’amico Pino De Luca, le ha postate su
facebook in un lungo intervento che dice di religione, religiosità, ateismo,
politica, etica ed altro e che termina con parole altrettanto sagge: “avere è
utile, essere è necessario”. Pino è una delle voci critiche che mi piace
seguire. Ci va giù duro, ma spesso ha ragione.
Vorrei dirgli però che la memoria (forse non collettiva, ma condivisa da
molti) per chi ha fatto della “morale laica” metodo di vita è ampiamente
presente in molto quotidiano. Quando sento dire di crisi economica penso ad
altre crisi, quella dell’etica che permette a qualcuno, eletto, di rubare “in nome del
popolo italiano”, di trasformare Roma Capitale in Roma cloaca, di pianificare scientemente appalti, sub appalti
e permessi a costruire anche su templi antichi che, lo dico da laico e non
credente, sono anche miei. In fondo questo, anche questo, ci insegna Papa
Francesco, un uomo di fronte al quale non so che inchinarmi. Da quando non
esistono più ideologie ma tutto è fatto in nome e per conto del qui ed ora, del
PIL che ancora non comprendo bene, del 3%, e si dimentica il valore aggiunto
che ogni società civile e democratica dovrebbe avere (il condizionale s’impone):
il principio di eguaglianza, di pari opportunità, il diritto, perché no? alla ricerca
della felicità, allora tutto frana sotto macerie, allora un uomo che arriva dal
Sud America e parla in nome della sua Chiesa chiamandola "di tutti" con parole semplici, è solo da
rispettare, seguire, ascoltare.
Porto Selvaggio |
E poi, mi chiedo, cosa si nascondeva di tanto triviale dietro alcune ideologie? Cosa se non la
visione di una società diversa, che contemplasse anche quei diritti negati, che
non fosse banale riferimento a trattati economici che vedono banche e banchieri
ma sembrano colpiti da retinite quando si parla di diritti? Ricordo il
sacerdote incontrato in un lungo viaggio in treno, sedendo accanto parlare era
inevitabile, erano gli anni ’70, chissà che fine ha fatto, ad un certo punto mi
disse “da ognuno secondo le sue capacità, a ognuno secondo i suoi bisogni, cosa
c’è di più cristiano?”. E io che pensavo si trattasse di marxismo e di (bieca?)
ideologia.
Quando abbiamo abdicato?
Oggi sento due assassini della democrazia parlare di flat tax. Salvini e
Berlusconi che pretenderebbero una tassazione unica al 15% indipendentemente dal
reddito. Ma la solidarietà dove diamine è finita? Un reddito di 20.000 euro
diventerebbe 17.000, uno di 200.000 diventerebbe 170.000, sarà flat, sarà piatta, ma mi pare
esageratamente sbilanciata a vantaggio di chi ha di più. A meno che non si
faccia un patrimoniale, ma questi sono discorso altri. Dov'è finita la solidarietà di chi ha più verso chi ha meno? Il "dare" in una società civile non può e non deve essere solo elemosina. E poi anche la Costituzione lo dice che ognuno deve dare in base alle proprie capacità contributive! A fronte di queste
proposte oscene il sacrificio dei Livatino, dei La Torre, degli Ambrosoli e non
scordiamo tutti gli altri che non sono in grado di elencare, diventano
veramente inutili, vani, traditi al solo vantaggio di chi li ha massacrati.
Come vano ed inutile potrebbe diventare il sacrificio di Renata Fonte se qualcuno
facesse dei dintorni di Porto Selvaggio terra di cemento e villette e
discoteche.
Qui mi fermo, sono partito dall’amico Pino per arrivare a Renata Fonte.
Pensieri in libertà come spesso accade.
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