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domenica 14 dicembre 2014

Comunicato FILLEA CGIL Torchetti Cucine.

Ricevo:

Comunicato stampa della RSA FILLEA CGIL della “Torchetti cucine srl” di Ugento.
Secondo il piano industriale presentato dalla Torchetti Cucine srl il 4 dicembre scorso alle organizzazioni sindacali, al tavolo delle trattative istituito presso Confindustria Lecce, vi sarebbe un calo del fatturato dal 2007 ad oggi del 50%. Da qui la necessità di licenziare 10 lavoratori fra impiegati e operai.
Alle obiezioni mosse dalle organizzazioni sindacali in quella sede, l’azienda non ha dato soddisfacenti risposte ed ha opposto il netto rifiuto alla loro proposta di prorogare il contratto di solidarietà in scadenza il 13 gennaio 2015.
“O si licenziano dieci persone o si chiude” questa è l’intransigente posizione sulla quale si è arroccata l’azienda, rappresentata al tavolo da Antonio Torchetti e dai suoi figli Fabrizio e Francesca,
soci dell’azienda.
La netta chiusura all’adozione dei contratti di solidarietà, sino ad oggi attuata a seguito di una precedente trattativa, è stata stigmatizzata dal Rappresentante Sindacale Aziendale della Fillea CGIL,
Franco Crespino, come una precisa strategia aziendale cha ha al fondo non il risanamento dell’azienda, ma la volontà di espellere 10 lavoratori, per poi ricorrere al lavoro straordinario in nero con il personale non coinvolto nel piano degli esuberi.
Ciò premesso, il rappresentante sindacale aziendale Fillea CGIL ha concluso che i preannunciati esuberi, che sfoceranno in licenziamenti, sono:
1) Discriminatori, perché dai numeri, contenuti nel piano industriale di ristrutturazione, si fa presto a risalire ai nomi di coloro che saranno cacciati dall’azienda, alcuni dei quali hanno in passato manifestato la loro contrarietà a quel sistema, in uso nell’azienda, di corrispondere i compensi per il lavoro straordinario “fuori busta”, cioè in nero, pretendendolo in busta paga e giustamente tassato.
2) Illegittimi, perché l’azienda durante il periodo di cassa integrazione e dell’adozione dei contratti di solidarietà ha fatto ricorso al lavoro nero, sia nelle ore ordinarie di lavoro che in quelle di
straordinario.
Quest’ultima circostanza, peraltro, dovrebbe far riflettere le Istituzioni, che dovrebbero autorizzare l’accesso alla legge sui licenziamenti collettivi e porre carico della collettività gli oneri per gli esuberi dichiarati, sulla veridicità della percentuale del calo di fatturato.
Alle dichiarazioni fatte al tavolo del 4 dicembre in Confindustria dal Rappresentante sindacale Aziendale della Fillea CGIL non è seguita alcuna replica da parte dei proprietari della “Torchetti cucine srl” presenti al tavolo.
Al termine del confronto, in sede di stesura del verbale, il Rappresentante Sindacale Aziendale della Fillea CGIL ha chiesto che fossero integralmente riportate le dichiarazioni rilasciate durante l’incontro (segnatamente quelle attinenti al lavoro nero effettuato in azienda), ma il rappresentante di Confindustria ha opposto il suo rifiuto limitando a far inserire solo la generica affermazione di “licenziamenti illegittimi”. Limitazione che ha costretto la RSA ad inviare una lettera di chiarimento, a quanti erano presenti, per specificare la sua dichiarazione sul ricorso al lavoro nero da parte della ditta Torchetti Cucine srl.
Il Rappresentante Sindacale della Fillea CGIL, Franco Crespino, a seguito della sua richiesta di verbalizzare integralmente il suo intervento, è stato fatto oggetto dapprima di un’aggressione verbale
dagli esponenti delle Torchetti cucine srl e subito dopo di un tentativo di aggressione fisica da parte di uno dei suoi soci, Fabrizio Torchetti, che sarebbe andata a segno se altri non l’avessero trattenuto, ivi compresi i due rappresentanti provinciali della Fillea CGIL, Alessio Colella e Simona Cancelli.
Il Rappresentante Sindacale Aziendale è pronto a rispondere in ogni sede per quanto dichiarato al tavolo della trattativa e sull’incredibile episodio della tentata aggressione fisica a suoi danni da parte di uno dei proprietari dell’azienda.
RSA FILLEA - CGIL
Franco Crespino

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