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martedì 12 agosto 2014

Alfano, il ministro delle gaffes

12 agosto 2014
Oggi un pensiero particolare va a Alfano. Dopo aver spedito nelle carceri Kazake una donna con la sua bimba sostenendo "nessuno mi aveva avvertito". Dopo essersi fatto dettare da Jenny 'a carogna le condizioni per disputare una partita di calcio senza che dal suo ministero partisse un imput diverso. Nel marzo scorso si esibì in una sceneggiata TV degna del miglio Totò dicendo che le forze dell'ordine stavano dando  la caccia al killer di tre bimbi mentre su tutti i giornali on line era arcinota la notizia che c'era un arresto. Poco dopo, per rifarsi, fece rimanere di stucco gli inquirenti andando in TV a dire che l'omicida di Yara era stato preso, la notizia non avrebbe dovuto essere divulgata. Nelle elezioni in febbraio il suo slogan fu "la strada giusta", identico a quello esibito da mesi e mesi da SEL. Da Floris a Ballarò spiega all'universo mondo (che ne rideva palesemente in studio) che il taglio di agevolazioni fiscali non significa nuove tasse, (banalmente si tratta di pagare di più quelle vecchie, ma lui non comprende, non ce la fa proprio). In queste ultime ore ha assicurato e garantito (contro il parere del PD, azionista di maggioranza del governo) che entro il mese l'articolo 18 verrà cancellato in quanto "totem degli anni '70" (sic). Confondere i diritti con totem antichi è roba da "alfani" (neologismo per significare "personaggi dall'inquietante ignoranza istituzionale, etica e politica").  Ed in ultimo (non certamente ultimo) l'uscita razzista chiamando "vu cumprà" gli ambulanti sulle spiagge dei quali, dice il tipo, "gli italiani non ne possono più". A quali italiani si riferisca non è dato sapere, parli per sè, signor Alfano, e "vu cumprà" è un termine volutamente spregiativo e razzista, degno della peggio lega nord, non certo di uno nominato ministro, a meno che non si tratti di un "Alfano". 

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