Sempre
più il movimento di Casaleggio ricorda la lega degli esordi. La protesta di
cittadini che volevano mandare all’aria tutto un parterre di politicanti
ladroni, era tangentopoli! Allora fu quasi plebiscito in alcune zone d’Italia,
oggi il movimento 5 stelle non ha confini regionali, non vuol mettere regioni
contro regioni, sud contro nord, quindi ha risultati più imponenti, al punto di
diventare il secondo (forse primo) partito.
Il tutto durerà probabilmente fino
alle prossime politiche, quando ci sarà un riassestamento. Al momento nelle
elezioni di domenica 25 maggio, le europee, i sondaggi dicono di faville.
D’altra parte gli italiani hanno tutte le ragioni per averne piene le scatole.
Un partito è guidato da un galeotto ai domiciliari invitato in ogni TV, un
altro da un premier che ha perso prestissimo il suo smalto sbattendo la faccia rubiconda
contro strambi accordi con il galeotto di cui sopra e con alleanze di governo
con l’estrema destra di Alfano. Al momento sappiamo che vogliono trasformare una
Repubblica bicamerale in una cosa che prevede un parlamento di nominati e un
senato di non eletti. Il cittadino elettore è trattato come un suddito, non
deve avere diritto di parola, decideranno le segreterie dei partiti.
In
tutto questo si palesano i tangentisti vecchi che ora sono anche quelli nuovi,
appalti in mano alle mafie, corruzione a livelli delle dittature sud americane.
Della legge che prevede la confisca dei beni ai politici corrotti neppure si
parla più, anzi, più condanne e indagini hanno, più vengono candidati. Al
massimo si danno loro compiti delicatissimi (vedi Greganti che è passato da
ladrone di apparato a tangentista in proprio nominato dalle COOP).
Quindi
come stupirsi della vittoria dei cinque stelle?
Durerà finchè questi non avranno compiti di governo. Poi provvederanno a
sputtanarsi da soli. Emblemtico il caso Pizzarotti. Il Sindaco stellato di
Parma impostò tutta la sua compagna elettorale sullo slogan “mai l’
inceneritore”. L’inceneritore funziona regolarmente, il gesto rivoluzionario
del sindaco è stato il non andare all’inaugurazione (forse i tramezzini gli
sono stati consegnati a casa), lo stesso personaggio ora vuole privatizzare il
trasporto pubblico e alcuni importanti edifici storici. Con buona pace della
rivoluzione cinque stelle.
L’altro
limpido esempio di cretinismo amministrativo l’ha consegnato Fabio Fuci,
sindaco casaleggiano di Pomezia. La mensa scolastica il prossimo anno
scolastico prevederà due tariffe: 4 e
4,40 euro. La differenza per andare incontro alle famiglie bisognose, e per
segnare le diversità ai bambini meno abbienti non verrà dato il dolcetto.
Geniale, sublime, neppure Borghezio avrebbe osato tanto, lui li avrebbe tolti
agli extracomunitari e basta.
La
vice del Fuci ha candidamente detto che le caratteristiche nutrizionali saranno
uguali per tutti. Però viene in mente quella favoletta del padre povero che
diceva ai suoi figli “se state buoni domenica vi porto a vedere quelli che
mangiano il gelato”.
Quindi
lasciamo sfogare gli elettori, votino tranquillamente casaleggio e associati,
poi ci penseranno da soli ad annullarsi, qualcuno comprerà mutande blu con i
soldi pubblici, chissà. Il problema rimarrà, a quando una classe politica
dignitosa?
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