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domenica 25 maggio 2014

Pensieri liberi alla vigilia delle elezioni europee

Sempre più il movimento di Casaleggio ricorda la lega degli esordi. La protesta di cittadini che volevano mandare all’aria tutto un parterre di politicanti ladroni, era tangentopoli! Allora fu quasi plebiscito in alcune zone d’Italia, oggi il movimento 5 stelle non ha confini regionali, non vuol mettere regioni contro regioni, sud contro nord, quindi ha risultati più imponenti, al punto di diventare il secondo (forse primo) partito.
Il tutto durerà probabilmente fino alle prossime politiche, quando ci sarà un riassestamento. Al momento nelle elezioni di domenica 25 maggio, le europee, i sondaggi dicono di faville. D’altra parte gli italiani hanno tutte le ragioni per averne piene le scatole. Un partito è guidato da un galeotto ai domiciliari invitato in ogni TV, un altro da un premier che ha perso prestissimo il suo smalto sbattendo la faccia rubiconda contro strambi accordi con il galeotto di cui sopra e con alleanze di governo con l’estrema destra di Alfano. Al momento sappiamo che vogliono trasformare una Repubblica bicamerale in una cosa che prevede un parlamento di nominati e un senato di non eletti. Il cittadino elettore è trattato come un suddito, non deve avere diritto di parola, decideranno le segreterie dei partiti.
In tutto questo si palesano i tangentisti vecchi che ora sono anche quelli nuovi, appalti in mano alle mafie, corruzione a livelli delle dittature sud americane. Della legge che prevede la confisca dei beni ai politici corrotti neppure si parla più, anzi, più condanne e indagini hanno, più vengono candidati. Al massimo si danno loro compiti delicatissimi (vedi Greganti che è passato da ladrone di apparato a tangentista in proprio nominato dalle COOP).
Quindi come stupirsi della vittoria dei cinque stelle?  Durerà finchè questi non avranno compiti di governo. Poi provvederanno a sputtanarsi da soli. Emblemtico il caso Pizzarotti. Il Sindaco stellato di Parma impostò tutta la sua compagna elettorale sullo slogan “mai l’ inceneritore”. L’inceneritore funziona regolarmente, il gesto rivoluzionario del sindaco è stato il non andare all’inaugurazione (forse i tramezzini gli sono stati consegnati a casa), lo stesso personaggio ora vuole privatizzare il trasporto pubblico e alcuni importanti edifici storici. Con buona pace della rivoluzione cinque stelle.
L’altro limpido esempio di cretinismo amministrativo l’ha consegnato Fabio Fuci, sindaco casaleggiano di Pomezia. La mensa scolastica il prossimo anno scolastico prevederà due tariffe: 4  e 4,40 euro. La differenza per andare incontro alle famiglie bisognose, e per segnare le diversità ai bambini meno abbienti non verrà dato il dolcetto. Geniale, sublime, neppure Borghezio avrebbe osato tanto, lui li avrebbe tolti agli extracomunitari e basta.
La vice del Fuci ha candidamente detto che le caratteristiche nutrizionali saranno uguali per tutti. Però viene in mente quella favoletta del padre povero che diceva ai suoi figli “se state buoni domenica vi porto a vedere quelli che mangiano il gelato”.

Quindi lasciamo sfogare gli elettori, votino tranquillamente casaleggio e associati, poi ci penseranno da soli ad annullarsi, qualcuno comprerà mutande blu con i soldi pubblici, chissà. Il problema rimarrà, a quando una classe politica dignitosa?   

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