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mercoledì 5 febbraio 2014

Rodotà, Cinque stelle e democrazia

Sta vincendo nel senso comune la teatralizzazione demagogica, come diceva Gramsci?


«C’è un degrado inaccettabile nel costume e nel linguaggio. Ma è il punto d’arrivo di un percorso avviato proprio dal picconatore Cossiga. Siamo abituati a derubricare certe sparate della Lega a folklore. E dopo il razzismo di Calderoli contro la Kyenge, Calderoli è ancora lì. Un fatto “normale”, perché è questo il clima imperante della comunicazione, favorito anche dai nuovi media. Teatro è la parola giusta. Non ci sono più limiti all’happening e tutto diviene legittimo, nelle parole e nei comportamenti. Ma il vero corto circuito è questo: è la classe politica che insulta la politica in nome dell’antipolitica. O aggredisce qualcun altro, come nel caso degli insulti ai giuristi...».


Si riferisce agli attacchi rivolti ai costituzionalisti che hanno criticato il nuovo maggioritario in votazione?

«Sì: un esempio di intolleranza trasversale, da destra a sinistra. E invece certe obiezioni, sollevate da Violante, Ainis, Carlassare e dal sottoscritto, restano ragionevoli e fondate, e ci vorrebbe rispetto e senso della misura in un momento delicato come questo, specie sul tema elettorale».

Non le piace il risultato dell’incontro al Nazareno?

«Quale risultato? La materia è ancora lì ed è incandescente. E anche la sentenza n. 1 del 2014 è ancora lì. Che accade se quel “risultato” torna davanti alla Corte Costituzionale che lo boccia in tutto o in parte? Attenzione, siamo in una repubblica parlamentare dove il voto è libero, eguale e segreto. E la regola di non disturbare il manovratore non vale».

Stralcio di un’ intervista a Stefano Rodotà su L’Unità (leggi tutto)

Il casaleggianesimo si butta a corpo morto nel complottismo, non scordando di utilizzare metodi a dir poco discutibili. E’ dell’inizio estate scorsa la frase sibilata da un senatore cinque stelle in una conversazione fra amici: “prepariamoci, a ottobre l’Italia sarà in default”. Non importa su quali basi fosse fondata quell’affermazione (che Grillo stesso andava ripetendo come un mantra), quel che conta è fare scoop, imitare il portavoce di Casaleggio. 
Ottobre è passato, ora ci sarà un’altra data a prevedere un’altra catastrofe prossima ventura, finchè prima o poi arriverà qualcosa di simile e potranno finalmente dire “lo dicevamo da anni noi...”, consiglierei una notiziona che farà faville: “ad agosto farà caldo!”
Che questi signori puntino allo sfascio è nelle cose. La loro giustissima battaglia sul comportamento ceiminogeno del governo che ha accorpato in unico decreto IMU e Banca d’Italia, senza consentire discussione alcuna, è stato vanificato da quel che ne è seguito: finte occupazioni del Parlamento, botte e insulti dei più biechi a sfondo sessuale da ogni parte. 
Poi le parole mediaticamente buttate nei social. Personalmente reputo Grillo un individuo indecente, politicamente parlando, però gli rendo atto che studia, si informa ed è di intelligenza vivace. Detto questo non poteva assolutamente non tenere conto che quella frase postata nel suo blog “cosa fareste se ci fosse la Boldrini sulla vostra auto?” avrebbe sollevato commenti triviali, criminogeni, mafiogeni, borgheziani. Soprattutto se non moderati come avviene in ogni blog serio. Quindi l’ha fatto scientemente. Allo stesso modo la frase del numero tre del movimento (del quale mi sfugge il nome). Anche lui non poteva non sapere cosa avrebbe provocato dicendo “non preoccuparti boldrini, sei instuprabile” (a proposito, notate la similiarità con “culona inchiavabile?”, stessa filosofia che ha radici antiche, in politica "noi ce l'abbiamo duro" è ormai un cult). La frase è stata cancellata con richiesta di scuse, però, come fa notare un esperto di social media, cancellare significa rilanciare il concetto che verrà immediatamente ripreso dai giornali tutti. La genialità del movimento di Casaleggio sta proprio in questo utilizzo del web e nel rilancio che i giornali e l’informazione tutta fa di queste uscite.
E ancora cito l’altra uscita di Rocco Casalino, deputato proveniente dalla scuola quadri del Grande Fratello, che, attaccando Daria Bignardi, non trova di meglio che accusarla di essere nuora di Adriano Sofri. Personalmente ritengo che nessuna persona di buon senso si permetterebbe mai di dire che l'eventuale genero di Casalini è imbecille solo per il suo grado di parentela con lui. Poi vengono attaccati Fazio e tutti i giornalisti rei di non essere allineati.
Anche qui le similitudini con il fuorilegge di Arcore sono inquietanti: giornalisti comunisti ecc. A quando l’attacco alla magistratura?
Questi comportamenti, come bene dice Rodotà, sono figli dell’ultimo ventennio, da quando la politica si è trasformata da luogo di dibattito e discussione anche animata, in piazza che cerca voti a qualunque costo e prezzo, in disprezzo dell’altro, interruzioni, discussioni troncate, insulti. E’ ovvio vedere come il movimento di Casaleggio cerchi i voti come già fece la lega, puntando sul nichilismo di una parte di elettori sfasciacarrozze, che cerchi di mobilitare la voglia di generalizzare piuttosto che quella di ricostruzione. “Roma Ladrona” “Siete tutti cadaveri” “La Kyenge è un orango” “Napolitano è un morto che cammina” ecc. sono le frasi ricorrenti dei movimenti che vogliono fare rumore. In tutto questo dobbiamo tuttavia ammettere che molti parlamentari casaleggiani hanno capacità ed hanno dimostrato competenze inattese, pensavamo di vedere ragazzini allo sbaraglio, invece molti di loro lavorano, studiano, si informano. Poi si vedono vanificare le loro battaglie di giorni interi in un’ora, e proprio dal loro kapò che li mette in sencond’ordine per parlare di pancia (e che pancia), per mobilitare le piazze senza riuscirci. Infatti stanno perdendo, secondo i sondaggi, percentuali notevoli.
La scelta della Boldrini di utilizzare il bavaglio, è inqualificabile in una democrazia che nega la parola alle opposizioni e si trasforma in qualcosa di diverso dal “governo di tutti”, anche questa è stata messa in secondo piano proprio da queste uscite apparentemente prive di senso. E si è scelto di fare attaccare la Boldrini sul sesso e sul suo essere donna, vanificando ancora una volta la possibilità di forme di critica consone ad uno stato democratico e rispettose delle persone e delle individualità. Non si può essere d’accordo con chi incita con parole oscene contro una donna, tutto il resto passa in secondo piano. Questo lo sanno benissimo Grillo e chi con lui ha concordato la sua frase sulla Boldrini in auto, lo sanno e lo perseguono caparbiamente.
Al momento i risultati più importanti ottenuti da questa sciagurata politica sono stati tre:

  • Impedire la formazione di un governo con Bersani ed agevolare Letta.
  • Contribuire a mandare il PD guidato da Renzi fra le braccia dia Berlusconi.
  • Favorire una legge elettorale dettata da Belusconi stesso.

Il tutto per voler sdegnosamente evitare ogni e qualsiasi contatto. Neppure la lega era arrivata a tanto.
Ancora per citare, scrive Curzio Maltese: 
Quando si bruciano i libri, come quello di Corrado Augias, quando si stilano liste di proscrizione dei giornalisti, quando s’incita a insulti sessisti nei confronti di una delle poche donne che occupa una carica pubblica importante, Laura Boldrini, non si possono accampare alibi o giustificazioni. Il mezzo in questi casi è per intero il messaggio. E il messaggio, piaccia o non piaccia agli amici Dario Fo e a quelli de Il Fatto è uno solo chiaro, riconoscibile e in una parola: fascista. È questo il primo tradimento, nei confronti di un elettorato che fascista non è per niente.

Questo scenario, in concomitanza con la sparizione di sinistre credibili, essendo il PD scivolato verso il centro, evoca scenari tutti da decifrare nel prossimo futuro, e mette in secondo piano tutte le emergenze reali del paese. Non si parla più della FIAT che se ne va dall’Italia, non di Alitalia, non si dice più delle povertà e dello scempio della corruzione che questo Parlamento non ha voluto penalizzare con la confisca dei beni ai corrotti. Non se ne dice perchè l’emergenza è ora veramente la tenuta della democrazia.



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