Caldo torrido il 4 agosto 2013. Roba che finire al fresco a
molti sembra cosa quasi buona. Se di fresco vogliamo parlare. Strano giorno
questa domenica di inizio ferie, le strade sono (dicono alla radio) da bollino
nero, viaggiate con prudenza, se potete statevene a casa. Poi passerà. Strani
titoli i giornali di oggi, un’associazione di albergatori dice che c’è il tutto
esaurito ovunque, un’altra dice che non è vero nulla e che non ci sono turisti.
A volte la matematica fa le bizze… sarà il caldo? E’ come la povertà percepita
e quella reale. “C’è crisi” “Ci sono i ristoranti pieni”, dicono voci
discordanti, ma la crisi c’è o no? Gli alberghi sono pieni o vuoti? E’ come le
tasse, tutti dicono che aumentano e ognuno giura di non averle aumentate, che sono stati gli
altri a farlo. Dipende dalla percezione che se ne ha. E sotto il solleone
d’agosto qualche centinaio di persone a Roma è in piazza a urlare che lui è
innocente come un bimbo. Mah. Soprattutto parlamentari, deputati e senatori,
tutti a urlare la rabbia contro la magistratura. Una volta (ma era tanto tempo
fa) abbiamo avuto un Presidente della Repubblica partigiano, limpido, puro. Una
volta l’Italia è stata culla di Democrazia. Dobbiamo chiederci cosa è successo
in questi anni. Funziona così questa Italia, ci sono sempre due versioni di
tutto, anche sugli alberghi che non si sa se sono pieni o vuoti, e si che
esistono i telefoni, e si che esiste internet. Allora ci si stupisce se uno
dice che il collega della banda bassotti è innocente? Macchè. Nulla ci deve
stupire all’ombra di un pino marittimo o sotto un ombrellone. Ascoltiamoci un
po’ di musica che è meglio, intanto la situazione è quasi drammatica, allora
godiamoci quel che resta del giorno. Pietas per i colpevoli, anche per loro, e
per coloro che si sono fatti scarrozzare su un pullman (aggratis) da Lecce a
Roma a manifestre in cambio (dicono i bene informati) di ben 15 euro a testa.
Pazienza, si sono persi un bagno in un mare blu come gli occhi della signora
vicina di spiaggia. E imparo, ascoltando
al radio mentre scrivo, che da pochi giorni è passato il compleanno di un
grandissimo: Louis Armstrong. Lo ricordo al Festival di San Remo che cantava
“Sei bella, bella, bella. Sei grassa, grassa, grassa…”. La radio va e spara
fuori dalla sua pancia parole, musica, canzoni. Erano gli anni ’70 del secolo scorso,
non c’erano cellulari e forse la TV era in bianco e nero, non ricordo bene. Lui
con il suo faccione e il fazzoletto e la tromba mandava in visibilio migliaia
di persone. Non vinse, la canzone italiana non poteva consentirlo. E mentre lui
cantava, un guitto andava a bordo di navi a fare la corte alle ragazze e a
cantare la notte nel night di bordo. Avrebbe fatto strada in futuro, dalle navi
da crociera alla corte di cassazione è stata escalation. Armstrong invece è ancora
un grande. Estate calda, tempo di sagre, e dopo aver mangiato melanzane o
polpo, tutti a ballare pizzica. Beh, ballare è enfatizzare, spesso si tratta di
movimenti strambi, personaggi che danzano la pizzica esattamente come in
discoteca ballano altro, stessi movimenti, stessi gesti. Ma non importa, quel
che conta è ascoltare il ritmo. Pizzica… E meno male che il Salento è anche
altro, spesso si ascoltano giovani stupendi, senza tamburelli alla buon’ora,
pizzica e taranta sono diventate roba da sagra popolare, ci sono cantautori che
leggono un altro Salento, un’altra Puglia. Quella delle sagre è come la pittura
delle mostre di infimo livello, paesaggini con l’ulivo, il contadino che zappa,
il mare sullo sfondo. Colori perfidi che sono come stilettate, tutti a proporre
cpme eravamo, ce ne fosse uno che dipinge il come siamo. “La gggente chiede
questo…” dicono, l’impressione è che questo si sappia fare e questo si
proponga. Una gelateria che offre solo cioccolato e nocciola venderà solo
quelli, e magari la cassiera dalle forme languide e con il sorriso ammaliante
dirà “chiedono solo questo”.
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