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lunedì 17 giugno 2013

Négritude (negritudine)

Négritude, negritudine, il termine venne usato per la prima volta da Aimé Césaire nel terzo numero della rivista L’Etudiant noir. Negritudine come rivendicazione della cultura negra a fronte di quella dominante e colonizzatrice dei francesi. Erano gli anni ’30 del secolo scorso.
“Tre ragazzi in abiti chiari, passeggiano lungo il boulevard Sain Michel, in direzione dei giardini del Lussemburgo. Si sono incontrati nel piazzale del liceo Louis le Grand, il più prestigioso, il più severo. Robespierre studiò lì…” Inizia così la prefazione del libro “Poemi della negritudine”, edito dalla salentina casa editrice Modu Modu. I tre ragazzi sono Léopold Sédar Sènghor, Aimé e Léon-Gontrand. Senghor sarà più avanti Presidente del Senegal e riuscirà a farlo entrare a pieno titolo fra i paesi democratici. Lo stesso successe in Martinica con Césaire. La negritude non è il modo di “affermare identità differenziate, essere senegalesi, piuttosto che Martinicani o Malgasci) ma di opporsi con forza  alla civiltà dell’universale che tuto e tutti assimila e in base alla quale si è soltanto se si è europei”[1].
Négritude quindi come riscatto e come riconoscimento dell’essere umano, al di là del colore della pelle. Sartre fu solidale con questo movimento di poeti e, in uno scritto per la rivista Présence Africaine, distribuita in Francia e a Dakar, definì la négritude come “la negazione della negazione dell’uomo nero”. E ancora, in uno studio a cura di Senghor “L’antologia della nuova poesia nera e malgascia di lingua francese” la paragonò a Orfeo che cerca la sua Euridice, il nero che cerca sé stesso, le proprie radici.
E nelle pagine del libro si trovano poesie che rivendicano, sperano, osano sfidare con le armi della cultura: “La mia Negritudine non è affatto sonno della razza ma sole dell’anima…”. Un libro che si rivolge in copertina al fratello bianco:

Caro fratello bianco
Quando io sono nato, ero nero
Quando sono cresciuto, ero nero
Quando sto al sole, sono nero
Quando sono malato, sono nero
Quando morirò, sarò nero
Mentre tu, uomo bianco
Quando se nato, eri rosa
Quando sei cresciuto, eri bianco
Quando prendi il sole, sei rosso
Quando hai freddo, sei blu
Quando hai paura, sei verde
Quando sei malato, sei giallo
Quando morirai, sarai grigio
Allora, di noi due,
Chi è l’uomo di colore?

E così l’amico Amadou con la sua casa editrice salentina che ci racconta il Senegal e l'Africa,  ha colpito ancora,  occhio ai ragazzi di Modu Modu, ci sanno fare  in mezzo a un'editoria locale che è pure produttiva, troppo spesso però ingessata e statica. 

AA.VV. Poemi della Negritudine Modu Modu editore - € 9,00 (francese con testo a fronte)
Presentazione e traduzione: Antonella Colletta – Illustrazioni: Marta Solazzo.





[1] Poemi della Negritudne, pag. 8

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