Pro memoria per i candidati al parlamento italico.
I governi che si succedono nel tempo in Italia non fanno
che aumentare il prelievo fiscale soprattutto sui redditi fissi. Esiste
tuttavia un settore che dal 2004 al 2012 ha visto un calo costante della tassazione,
la tabella sotto, a cura del CONAGGA (Coordinamento Nazionale Gruppi per
Giocatori d’Azzardo) è esaustiva in materia:
ANNO Spesa complessiva Entrata erariale
2004
24.8 miliardi di euro 7.3 miliardi = 29.4%
2005
28,5 miliardi di euro 6,16 miliardi = 21,6%
2006
35.2 miliardi di euro 6.72 miliardi = 19%
2007 42.1 miliardi di euro 7.2 miliardi = 17,1%
2008
47.5 miliardi di euro 7.75 miliardi = 16.3%
2009
54.4 miliardi di euro 8.8 miliardi= 16,1%
2010
61,4 miliardi di euro 8.7 miliardi= 14,1%
2011
79,9 miliardi di euro
8,8 miliardi= 11 %
2012
94 miliardi di euro (stima)
7,9 miliardi = 8,4 %
Guarda caso quasi tutto il periodo governato da un certo
tipo di politici con presenze inquietanti alle loro dipendenze, magari come
stallieri.
I giochi d’azzardo introdotti negli ultimi anni hanno una tassazione
notevolmente inferiore ai precedenti (a vantaggio del payout per i
giocatori e dell’industria del gioco).
Il rapporto 2011 della Corte
dei Conti ci dice che: «il consumo dei giochi interessa prevalentemente le fasce
sociali più deboli». Secondo i dati Eurispes nel gioco investe di più chi ha
un reddito inferiore: giocano il 47% degli indigenti, il 56% degli
appartenenti al ceto medio-basso. (Fonte Eurispes 2007)
Già negli anni ‘50 Milton
Fidman, premio Nobel dell’economia, sottolineava che «il modello di business
dell’industria dell’azzardo può raggiungere dei grandi traguardi se fa un business
sulla povertà perché un alto bacino a cui può attingere è quello di chi
ha poco reddito». (Fonte M.Fiasco 2009)
Secondo la ricerca NOMISMA
effettuata sugli studenti delle scuole superiori si gioca di più e con più
soldi nelle scuole professionali, piuttosto che nei licei. (Fonte:
Ricerca Nomisma Giovani e Gioco 2009)
Secondo la ricerca CONAGGA-CNCA
gioca di più chi ha minore scolarizzazione: giocano il 61,3% dei laureati,
il 70,4% di chi ha il diploma superiore, l'80,3% di chi ha la licenza media.
(Fonte: Ricerca CONAGGA-CNCA 2011)
Nell’ultimo anno, hanno giocato: il 70,8% di chi ha un lavoro
a tempo indeterminato, l’80,2% dei lavoratori saltuari o precari, l’86,7%
dei cassintegrati. (Fonte: Ricerca CONAGGA-CNCA 2011)
NON GIOCANO SOLO GLI ADULTI Secondo il CNR (Consiglio
nazionale delle ricerche), «il gioco attira quote sempre più ampie di popolazione,
non solo adulta. Si stima che 450.000 studentesse e 720.000 studenti siano coinvolti,
cioè il 47,1% dei giovani che frequentano le scuole medie superiori (nella
stessa indagine di due anni prima era il 40%). Il gioco d’azzardo coinvolge il
58,1% dei maschi tra i 15 e i 19 anni e il 36,8% delle ragazze».
Il Parlamento Federale Svizzero da tempo riconosce una
percentuale specifica sulle entrate da gioco (lo 0,5%) destinata alle attività
di cura, prevenzione e ricerca sul gioco d’azzardo. Anche grazie a
questi fondi nel 2012 è stata effettuata una ricerca sui COSTI SOCIALI causati
dal gioco patologico (eseguita dall’Istituto di ricerca economico di
Università di Neuchâtel in collaborazione con il CGCE di Losanna). Per valutare
i costi sociali sono state prese in considerazione le seguenti voci:
COSTI
SANITARI DIRETTI (ricorso al medico di base del 48% più alto rispetto ai
non giocaori, interventi ambulatoriali psicologici, ricoveri sanitari, cure
specialistiche per la dipendenza…).
COSTI INDIRETTI (perdita di
performance lavorativa del 28% maggiore rispetto ai non giocatori, perdita di
reddito…).
COSTI PER LA QUALITA’ DELLA VITA (problemi che ricadono sui
familiari, violenza, rischio di aumento di depressione grave, ansia, deficit di
attenzione, bassa resistenza ad altri tipi di dipendenze, idee suicidarie,
ossessione per il gioco e per i soldi necessari a giocare…).
Girando i dati all’Italia che tassa stipendi e pensioni e
detassa il gioco, si evince che ogni anno in Italia vi sono dai 5,5 ai 6,6 miliardi
di euro di COSTI complessivi PER LA SOCIETA’ dovuti al gioco
patologico.
Avremo modo in futuro di parlare di mafia e gioco d’azzardo,
e ci chiediamo come mai i luoghi dove le persone possono rovinarsi la vita sono
segnalati come “sale gioco” tout court e non come “Sale gioco d’azzardo”. La
lingua italiana è stupenda proprio perché ha un nome per ogni cosa, se dico
GIOCO intendo due bimbi seduti a terra con il LEGO. Nei fatti, utilizzando
questo linguaggio falso, si mutuano i messaggi delle mafie che parlano di “cavalli”
intendendo carichi di cocaina (intercettazione letta su un giornale tempo fa). Lo
Stato dovrebbe (il condizionale si impone) essere diverso.
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