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domenica 7 ottobre 2012

Studenti, polizia e ... il resto

Momento di democrazia alla maniera "Diaz"


Venerdi 5 ottobre, gli studenti sciamano per la città in orario di scuola. Un gruppo di sei sta parlottando, li avvicino “c’è sciopero?” “Non so, ci avevano detto di una manifestazione ma non vedo nulla…” la risposta un po’ disarmante, forse scontata in periodo di evasione dalle ideologie. Leggo poi che si tratta di una mobilitazione nazionale degl istudenti contro la riforma della famigerata Gelmini, contro i tagli. E leggo di studenti caricati dalla polizia in assetto anti sommossa in varie città, a Torino, Roma, Napoli, Milano. Le foto on line ricordano da vicino la caserma Diaz… Poi diranno che i violenti erano i ragazzi, ovviamente.
C’era il sole venerdi, era bello starsene seduti nella villa a vedere tutti quei ragazzi che non hanno informazioni sullo sciopero che li tiene comunque lontani da scuola. Davanti alla prefettura stazionano oltre dieci poliziotti, qualcosa sta accadendo. Palazzo Celestini chiude il portone, “accidenti saranno una marea” mi dico aspettando l’assalto ai luoghi di potere. Un’avanguardia con un cellulare (non il telefono, proprio quello che serve per portar via i cattivi) e un nugolo di poliziotti precede l’oceanico corteo dei ragazzi. Gli striscioni che aprono il corteo sono neri con scritte rosso cupo. Evidentemente i ragazzi non sanno di cura dell’immagine, si preoccupano dei colori, infatti occorre avvicinarsi per leggere. Intanto si avvicinano urlando “noi la crisi ve la creiamo”. Ed io aspetto, il centinaio di ragazzi che sfilano saranno l’avanguardia di un corteo ben più nutrito. Vana attesa, quella è tutta quanta la manifestazione. Si accende un fumogeno ma nulla più. I poliziotti sono almeno il triplo dei manifestanti.
Procedono rumorosamente verso Piazza Sant’Oronzo, io vado dalla parte opposta pensando che in fondo hanno ragioni da vendere i ragazzi che protestano. Peccato siano pochi, peccato che i partiti che potrebbero essere loro interlocutori insistano caparbiamente nelle loro vistosissime assenze. Peccato che la nostra generazione abbia consentito di far cadere così in basso il livello di partecipazione. “Mia figlia è tra i manifestanti, mi dice che noi abbiamo sopportato vent’anni di berlusconismo senza reagire, come fossimo anestetizzati, ha ragione” mi dice una madre che sta ai lati del corteo. Eggià, ha proprio ragione la ragazza, soprattutto in questa deriva così inquietante della politica che invita all’astensione dal voto perché tutto pare omologato appiattito. Monti al governo? E Monti sia, tutti assieme, tutti uniti, viva viva Monti. E pensare che un tempo c’erano maggioranze e opposizioni. Sembra quasi che un altro mondo non sia possibile, sembra che l’Argentina sia irragionevole perché alza l’inflazione creando occupazione e benessere. Loro la crisi vogliono crearcela, però al momento debbono subire le schifezze che la nostra generazione impone loro, gli abbiamo tolto anche il diritto allo studio, rincarando a dismisura i costi dei libri di testo, accidenti. Chi voleva un mondo diverso, altro, ha fallito miseramente. Anche se forse non hanno le idee chiare, non possiamo neppure criticarli troppo, non è che siamo stati esempi limpidi di bella politica negli ultimi vent’anni, anzi. 


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