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mercoledì 29 febbraio 2012

Maya, e se fosse vero?


 
Secondo la profezia Maya fra poco meno di 300 giorni (il 21 dicembre prossimo) finirà il mondo. Non che io creda alle profezie, però, se fosse vero? Sapendo che manca così poco tempo occorre attrezzarsi al meglio, prendersi tutte le rivincite del caso con il mondo e con alcune persone che ti stanno tanto, ma tanto sulle scatole.  
Siccome parliamo di vendette debbono necessariamente prevedere anche il non rispetto di alcune leggi, occorre sicuramente imporsi un codice etico e morale.
  • Evitare nel modo più assoluto di fare del male fisico alle persone, questo compito lasciamolo ai Maya.
  • Evitare reati che prevedono l’arresto. Sarebbe triste finire in galera e lasciare tanto lavoro da fare, mica tutti abbiamo diritto al legittimo impedimento, diamine.
  • Fare una lista accurata il più possibile per non fare torto a nessuno dei rompipalle che ci hanno attraversato l’esistenza.
  • Ultimo, ma non meno importante, non nascondersi, parlare direttamente con le persone da “contattare” e farsi riconoscere. Vuoi mettere la soddisfazione?
Ma veniamo ad alcuni esempi di possibili ritorsioni, piccole vendette e chiarimenti:


  1.     Scendere (o salire) da quella vicina ammorbante, suonare il campanello, farsi ricevere e dire serenamente “cara signora, sono anni che impesta il palazzo con puzze immonde di cavolfiore, rape e quant’altro, per di più lei puzza come il cibo che cucina”. Quindi uscire sbattendo un po’ la porta (non troppo però).
  2.     Andare in banca (quella con il direttore che telefona sempre per dirti che sei fuori fido), chiedere di essere ricevuto in ufficio per “importantissime comunicazioni riguardanti un immediato rientro”, appena il direttore si è accomodato dietro la sua scrivania con un sorriso (solitamente falso e cretino) di ordinanza, alzarsi, sbottonarsi i pantaloni e pisciare sulla scrivania. Per le signore il compito diventa meno agevole, potrebbero attrezzarsi con una bottiglietta riempita precedentemente d’olio di semi (o meglio, con olio motore dell’auto, naturalmente utilizzato).
  3.     Mettere l’auto sempre e comunque in divieto di sosta (avendo l’avvertenza di assicurarsi che non sia in zona rimozione), in alternativa parcheggiare in zona blu, invece di mettere il tagliando parcheggio, mettere in bella vista un biglietto con su scritto “caro ausiliario del traffico, il foglietto della multa sai dove te lo puoi ficcare?”.
  4.     Per festeggiare, andare nel miglior ristorante, ordinare ogni cosa possibile, mangiare tutto a costo di scoppiare e alla fine lasciare la carta d’identità dicendo “non ho un euro, questi sono i miei dati, mandi il conto a casa”. Assicurarsi precedentemente che il proprietario non sia manesco e prepararsi ad una deposizione perché chiamerà sicuramente la polizia, ma un paio d’ore in commissariato si possono pure passare. Ah non dimenticarsi la grappa a fine pasto.
  5.     Evitare in ogni caso di allacciare le cinture. Se vi fermano possono prendersi tutti i punti sulla patente, chi se ne frega.
  6.     Se vi trovate a passare davanti ad un ristorante dove avete mangiato malissimo, entrare, farsi presentare lo chef e dire cordialmente “veda che cercano maniscalchi, forse è un lavoro che sa fare meglio, la sua cucina fa letteralmente cagare”.
  7.     Andare da Equitalia, chiedere di parlare con il direttore ed eseguire l’operazione di cui al punto 2.
  8.     Sperare in una giornata di pioggia intensa, appostarsi con l’auto in prossimità della tabaccheria con il gestore antipatico e scontroso, quando esce, si incammina ed arriva in prossimità della pozzanghera più imponente, partire ad altissima velocità prendendola in pieno sperando di bagnarlo dalla testa ai piedi. Se l’operazione fallisce fare inversione e riprovare fino al raggiungimento dello scopo. Ad operazione conclusa, abbassare il finestrino e scusarsi con un sorriso sarcastico.

Ogni altra idea sarà benvenuta e ben accetta, fermo restando il principio dell’etica e del bon ton.  

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