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martedì 28 febbraio 2012

Belpietro: il capo discarica


“Luca Abbà, fulminato su un traliccio mentre protestava, se l’è meritata?” Questa è la domanda per un sondaggio pubblicato su Libero, il cui capo discarica si chiama Belpietro. 
Deontologia, correttezza dell’informazione, rispetto dell’altro, guardare gli accadimenti per spiegarli. Sono questi i compiti del cronista. L’imparzialità è utopia bella e buona, per carità, chi dice di essere equidistante mi fa molto sorridere. Chi scrive ha un’idea del mondo, è un elettore, quindi parteggia, volente o meno, per chi è più vicino al suo modo di concepire le cose. Il problema nasce quando non si riesce, proprio perché si parteggia, a vedere gli errori della propria parte, è proprio in questi frangenti che il cronista dimostra di saper discernere. 
E il problema è quando l'altro, anche se vittima di un incidente o una sciagura, diventa oggetto di sondaggio in spregio all'umanità che dovrebbe guidare non solo i giornalisti ma tutti quanti, alla pietas.  
Di fronte ad una sciagura tutte le persone oneste, modeste, si fermano un attimo a pensare. 
E se avessimo lanciato un sondaggio dopo la tragedia della Concordia che diceva “quelli morti in nave se la sono cercata o potevano starsene a casa?” E se lo stesso avessimo fatto per i militari morti in Afghanistan?  Il problema vero è che chiunque (non proprio chiunque evidentemente) ha un attimo di pausa. Come mi diceva mia mamma “pensa prima di parlare”. Oggi, dopo aver riflettuto, posso tranquillamente dirlo che il capodiscarica Belpietro sta dalla parte sbagliata della storia, quella precedente al  25 aprile 1945. E’  lì perchè sta a capo del filo che collega il pensiero fascista a quello populista (lega nord, cattiva informazione, berlusconismo ecc.) che spinge a fare questo tipo di informazione.
Maurizio Belpietro
Il capo discarica Belpietro

“Parlo come l’uomo della strada” si giustificherà il direttore, a prescindere che l'uomo a cui si riferisce è molto spesso un signore che ha il senso della pietas,  lui dovrebbe avere un altro ruolo, anziché rallegrarsi (come sottinteso dal sondaggio) di una tragedia, dovrebbe darne notizia, limitarsi a quello. Invece no, si sobillano i lettori per sentirsi dire che lui è proprio bravo, che aveva capito cosa chiede il popolo. Per dimostrare al mondo che lui ce l’ha duro (vi ricorda niente?). I dati delle vendite dicono, per fortuna, che le persone sono intelligenti e non leggono la sua immondizia. Esiste un ordine professionale (che personalmente abolirei) al quale sono indegnamente iscritti troppi sciagurati, e del quale il direttore fa parte, lo stesso ordine che vede iscritti migliaia di ragazzi di belle speranze, quelli pagati, per capirci, 5 euro a pezzo (quando sono pagati, quando hanno un contratto). Significa che, anche nel fortunato caso di vedersi pubblicato un pezzo al giorno, avrebbero il lauto guadagno di 150 euro al mese. E sono ragazzi che si fanno il mazzo veramente, che amano il loro lavoro, che vogliono farcela. Dall’altra parte si trovano direttori di questo calibro. Certo c’è molta strada da fare nell’informazione italiana e locale. Troppa forse.  In questi mesi abbiamo assistito ad ogni ad ogni scorrettezza deontologica, e proseguiamo a vederne. In una campagna elettorale, primaria o secondaria che sia, si dovrebbero dare spazi equivalenti ai concorrenti, e si dovrebbe avere la capacità di essere sobri. Non sempre accade, anzi, a volte ci si sbilancia spudoratamente pubblicando interviste a tutta pagina per uno solo dei due contendenti, l'ultimo giorno di campagna elettorale. In questo modo anche un giornale dignitoso può prendere la china del belpietrismo senza neppure rendersene conto  

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