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giovedì 15 dicembre 2011

Conferenza stampa Salvemini. Impressioni

Dopo le infelici uscite della Loredana Capone, che ha detto che chi voterà Salvemini è per l’antipolitica, offendendo nei fatti lui e i suoi elettori,  e dopo gli affanni del PD per depotenziare le primarie, ecco Carlo Salvemini che risponde.
foto carloÈ ancora tutta aperta  la questione del PD di voler pubblicare on line i nomi di chi andrà a votare alle primarie minacciando, nei fatti, pubblica gogna mediatica a chi oserà votare. Un tentativo misero e di sapore amaro per bloccare chi non vuol far sapere a colleghi, amici o parenti i fattacci suoi. Altro che trasparenza, a chi giova infatti questa sciocchezza? Meno persone andranno a votare, più facile sarà controllarne i voti. Il PD pensa di avere un apparato capace di portare alle urne i suoi, e ritiene che sarà facile pilotare poche migliaia di voti, piuttosto che una moltitudine. Però lo sappiamo bene, a volte si ha timore della democrazia. Alcuni addirittura ne hanno una paura che li rende blu.
Ma veniamo a Salvemini, con il suo aplomb e senza scomporsi minimamente ha esposto il suo punto di vista. Devo dire che la sensazione che ho avuto era di un suo stupore nel dover rispondere a colpi bassi, tipici di una campagna elettorale all’ultimo sangue, piuttosto che ad una civile competizione fra simili che hanno a cuore la città che si propongono di governare. Molt discutibile anche il passaggio della Capone quando parlava di mettersi a disposizione del vincitore da parte dello sconfitto.
Penso dovrebbe essere cosa scontata, ovvia. Probabilmente in certi ambienti non lo è, anzi. Sembra quasi che bollano nei pentoloni strani pensieri, diaspore o simili. Salvemini dice di «Primarie virtuose come percorso ideale per la scelta del candidato sindaco… sono un laboratorio di buona politica non per lanciare sfide, ma per saper costruire obiettivi comuni… Ma basta poco per stravolgerne il significato, tutto dipende da noi, dal tono nel confronto, dalle parole che scegliamo… Dobbiamo proporci come obiettivo l’uscita da un quindicennio di governo che si dimostra per quello che è stato…»
E cita Buonerba che dice «In comune comandiamo noi…» Tipica concezione padrona, feduale e di destra della democrazia.
Le primarie non debbono diventare mera concorrenza, piuttosto «Confronto fra caratteri, temperamenti, personalità… Non si vota per appartenenza partitica, ma per identificazione con una proposta…»
C’è poi la bizzarra credenza, smentita alle regionali pugliesi, a Milano e a Cagliari, secondo la quale se il candidato non di apparato vince le primarie, poi perde le elezioni vere. Minaccia utilizzata dal PD in moltissime occasioni e tristemente. Il voto utile è una sciocchezza bella e buona, infatti: «Ogni voto è utile alla città. Vinceremo le primarie e poi le amministrative perché Lecce è pronta al cambiamento».
Poi Salvemini ha contestato anche la bizzarria secondo la quale, come dice la Capone: “Le primarie non si giocano sui programmi», bizzarra veramente detta da chi ha alle spalle un partito che ha perso oltre sei mesi alla rincorsa del centro, addirittura della Poli, che ha proposto almeno tre candidati senza venire ad una conclusione, un partito fatto di correnti e di feudi interni che non è in grado di governare.
Salvemini ha invece invitato al confronto «organizziamo da qui alle primarie del 20 gennaio 3, 4, 5 incontri pubblici sulla città…» chissà se i soloni del partito di D’Alema diranno si.
Anche perché occorre convincerci tutti quanti che «vincerà il centro sinistra rappresentato dal candidato scelto dagli elettori».
Ah quanta paura la democrazia praticata… 

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