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martedì 31 marzo 2020

Autodichiarare ai tempi del corona virus


Sono quattro i moduli che ad oggi ci risulta siano usciti. I primi erano più semplici da compilare: ci chiedevano (soltanto) di essere a conoscenza delle misure di contenimento del contagio come da DPCM concernenti lo spostamento delle persone fisiche all'interno di tutto il territorio nazionale, nonché delle sanzioni previste in caso di inottemperanza, cui seguivano le motivazioni dello spostamento, e la parte propriamente dichiarativa che fungeva da contenuto della giustificazione.

Il 17 marzo, un ulteriore aggiornamento chiedeva non solo più di essere a conoscenza delle misure di contenimento per (evitare il più possibile) gli spostamenti, ma anche di non essere sottoposto alla misura della quarantena e di non essere risultato positivo al virus, senza poterlo effettivamente sapere in assenza di tampone eseguito, (ben) potendo rientrare tra quelli “…asintomatici”; oltre che essere a conoscenza delle sanzioni (in allora) previste per l’inottemperanza delle predette misure, configurando il reato contravvenzionale di cui all'art. 650 c.p.

Il 23 marzo è uscito un altro modulo che, se confrontato, reca oltre all'inizio dello spostamento e la sua destinazione —solo in termini di spazio e non anche di tempo — una motivazione rientrante nel novero delle situazioni di necessità scissa tra la “assoluta urgenza” e la “situazione di necessità” differendo l’una per trasferimenti in comune diverso, l’altra per spostamenti all'interno dello stesso comune, con il richiamo dei due DPCM rispettivamente del 22 marzo e dell’8 marzo 2020.

Il 26 marzo esce (si spera) l’ultimo, attualmente in vigore, disponibile, unitamente alle regole per gli spostamenti — altrettanto importanti da leggere e sapere — nella pagina del Ministero dell’Interno. (Fonte: Agenda Digitale).

Collezione autodichiarazioni

Dalla tragedia alla farsa il passo è breve. E il governo Conte, dal punto di vista delle autocertificazioni, ci è arrivato in dieci giorni netti.
CI sarebbe da ridere se  questa bulimia autocertificativa non avesse conseguenze per una persona normale. Si parla di multe oltre i 400 euro e fino a 3000 e addirittura di denuncia penale per errate dichiarazioni.
Nell'ultima versione, oltre che dichiarare di non essere sottoposto a quarantena, di non essere positivo al virus (omettendo “a mia conoscenza”, perché, se sono asintomatico e dichiaro di non essere positivo, dichiaro il falso?), di indicare il percorso da/a per gli spostamenti, occorre dichiarare di essere a conoscenza delle norme locali in caso di cambiamento di regione. Se andate dalla Puglia all'Emilia non azzardatevi a fermarvi a fare pipì in Abruzzo, altrimenti rischiate grosso.
Per gli spostamenti locali invece si fa dura, se esco di casa per andare in panetteria, poi all'edicola, poi dal tabaccaio, poi al supermercato, poi a comprare i croccantini per il cane, devo dettagliare il tutto o limitarmi a mettere “commissioni indispensabili”? In questo caso però non potrei mettere da / a, perché i negozi sono in 4 vie differenti e va a finire che se il controllore è pignolo mi denuncia.
E se porto il cane a fare la passeggiata “nei dintorni della mia abitazione” devo comunque descrivere il percorso? E se il cane da via Battisti mi scappa in via Salandra? Incorro in denuncia penale se lo rincorro?
Sulla “assoluta urgenza” e “stato di necessità” poi la cosa si fa bizzarra. Non è l’urgenza anche necessità?
In tutto questo rimane il problema del pensionato che non ha computer, non ha internet o non ha una stampante. Non può farsi stampare i moduli perché i negozi sono chiusi. E’ vero che solerti controllori possono fornirlo e compilarlo seduta stante in presenza del malcapitato che ha comprato il pane. Tuttavia questa operazione implica la perdita di non meno di 15 minuti per il controllato e il controllore. Assieme allo stress da controllo ovviamente. C’è anche la bizzarra alternativa che dice “si può ricopiare a mano il testo”. Ma l’avete letto? Occorre scrivere mezz'ora citando codici e codicini.
Data per scontata la necessità di un modulo, non sarebbe stato più dignitoso per il governo e per i controllati una cosa semplice semplice e soprattutto unica?
Il rischio è di uscire di casa con il modulo compilato e scoprire dopo un’ora che il ministro pinco pallino ne ha fatto uno nuovo e diventare tout Court fuorilegge.  
In attesa del quinto modulo!

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