E sia, Andrea Camilleri se ne è andato. Di lui rimangono
migliaia di pagine scritte che da vent'anni mi accompagnano. Fu un suo
conterraneo, Corrado, a farmelo scoprire. Corrado viveva ad Alessandria, poi è
tornato a Noto che è la sua terra, ed è la terra di Camilleri, un giorno mi
disse “leggiti questo Camilleri, è bravino”, comprai “La concessione del telefono”e
fu amore immediato. Da allora Montalbano fa parte della mia vita, Vigàta è un
paese che conosco, la vitalità democratica di Camilleri e la sua capacità
affabulatoria sono entrate nel dire di ogni giorno. E’ strano come un libro, o
una serie di libri, arrivino a far parte del tuo vivere quotidiano, ed è strano
come quando il libro finisce ti venga a mancare, così succede che a volte
rileggi cose già lette. Solo che l’ultimo romanzo con Montalbano non mi riesce
di finirlo, perché Camilleri se ne è andato quando ero agli ultimi capitoli ed
io fatico a pensare che non ne leggerò più di nuovi, è un lento addio, una mano
che non riesco a lasciare andare.
E’ difficile per un non credente immaginare un aldilà, se
però esistesse, ora se ne sta con Sciascia, De Crescenzo e con i pensatori
liberi che ci hanno insegnato a vivere e sopravvivere.
E probabilmente sta in un luogo dove fumare non fa male,
dove le sigarette le regalano, perché senza lui non sapeva stare. Adieu Andrea,
rileggerò i tuoi libri con affetto. Adieu e grazie.
Nessun commento:
Posta un commento