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“I social appaiono sempre più spesso come l'acqua calda che fa venire a
galla gli gnocchi: così scopriamo quanto il mondo sia popolato di cinismo,
indifferenza, crudeltà. Una spaventosa violenza gratuita si aggira tra le
nostre case, dentro i nostri smartphone, tablet, computer. Un popolo di
frustrati e impotenti tenta di darsi un'identità uccidendo l'altro, soprattutto
se sconosciuto, imbelle, arreso. Forse ci siamo illusi di essere migliori, ma
la rete, implacabilmente, ci smaschera e fa galleggiare il peggio dell'umano.”
Così Paolo Crepet scriveva su huffingtonpost a proposito del suicidio di una ragazza loscorso febbraio.
«…Non si tengono in considerazione alcuni effetti
potenzialmente positivi del gioco, quali la socializzazione, il diritto al
sogno, la possibilità di alleviare la propria sogni e le speranze...». Corriere.it
Queste le parole utilizzate
invece come perito di parte in difesa di lottomatica e delle slot machines.
In sostanza, secondo Crepet,
i social portano al suicidio e all’omicidio, mentre il gioco d’azzardo è
attività ludica socializzante.
La differenza abissale fra le
due posizioni è evidente, i periti guadagnano un sacco di quattrini e alcuni sarebbero
disponibili a dimostrare che Gesù Cristo è morto di freddo, nel caso.
D’altronde il Paolo è ospite abituale di talk TV dove viene regolarmente
pagato, pur lamentandosi che 750 euro per un’ora a Porta a Porta sono una miseria (2014). Ma tant’è,
lui è fatto così.
Ma veniamo al gioco
d’azzardo, il procedimento che lo vede coinvolto come “esperto” (il
virgolettato si impone) nel processo Lottomatica contro il Comune di Bergamo,
reo di aver normato una materia che lo Stato si rifiuta categoricamente di
regolamentare, lasciando il tutto nelle mani degli enti locali, nella fattispecie
Comuni e Regioni. Molto spesso queste ultime emanano leggi che i comuni ben si
guardano di rispettare, emblematico il caso di Lecce che consente di aprire una
sala giochi a 390 metri da una scuola quando la legge regionale impone minimo
500 metri. Tuttavia ogni regolamentazione comunale e regionale, vista la
mancanza di norme generali, passa regolarmente al vaglio di TAR, Consiglio di
Stato e, come nel caso Melendugno versus gestori di sale gioco, della Corte
Costituzionale che si dovrà pronunciare sulla legge regionale stessa. Un caos
insomma, tuttavia amministratori avveduti vanno avanti a testa bassa, e spesso
la spuntano, altre volte no e ci riprovano cambiando regole e norme, un una
girandola senza fine.
In tutto questo si inserisce
un Crepet qualunque che, a fronte di famiglie rovinate, minori in preda
all’azzardo, usurai e “compro oro” che lucrano, dice che una persona di fronte
ad una slot machine, al buio del retro di una tabaccheria o sala giochi, “socializza ed ha diritto ai sogni” . Se
questa è socializzazione e diritto al sogno, il tipo che si masturba
velocemente nel bagno della stazione potrà uscire dicendo di aver passato una
meravigliosa notte d’amore.
Nessun problema Crepet, stai
sereno, qualche conduttore televisivo ti inviterà presto, a pagamento si
intende, a portare la tua saggezza. E poi chi se ne frega, chissà quanto hai
munto alla vacca Lottomatica.
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