Oggi cito l'amico Pierpaolo che su facebook ha scritto:
sarò un vecchio arnese del secolo scorso ma credo ancora nelle idee e nei recinti politici, nelle piccole scelte private che possono modificare anche in maniera impercettibile un sistema, nella solidarietà silenziosa e nell'impegno rumoroso, nella scomodità e nell'intempestività, nella cultura e nell'antifascismo, nella buona fede e nella diversità, nella speranza e nella follia...
Pierpaolo è pacato e sempre (chissà se solo apparentemente) calmo e sereno (Renzi non c'entra).
Con poche parole è riuscito a condensare un sacco di cose: cambiare l'ncredibile vero che ci circonda, solidarietà, intempestività, scomodità, diversità e soprattutto la grandezza della "follia". Lui non ha virgolettato, io lo faccio, perchè questa follia non è una malattia, è un privilegio. Sempre ammesso che la follia (l'altra) possa essere considerata malattia ovviamente, e qui si potrebbe aprire un dibattito su sentieri che non conosco. Follia e intempestività hanno caratterizzato le vite di personaggi immensi, mentre scrivo non so non pensare a Tonino Bello, a Mauro Rostagno, a quel pazzo di Peppino Impastato. E ovviamente a chi non è più tornato da un viaggio in un altrove che l'ha spinto oltre ogni oltre. Perchè quando si cammina c'è sempre un oltre per cui vale la pena andare a curiosare. A costo di denudarsi delle convenzioni e della quotidianità. Per estensione le parole di Pierpaolo si possono leggere anche pensando a profili altri, diversi, al rapporto fra due persone, all'amore o all'amicizia. "Speranza e Follia" ne sono parte. Come lo sono dei rapporti sociali tutti, un pensiero che a fine di un bizzarro anno bisestile riporta chi lo legge con i piedi ben sollevati da terra. Occorre tornare a crederci. Vale per tutti, anche per i vecchi arnesi del secolo scorso.
Grazie Pierpaolo!
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