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venerdì 11 marzo 2016

Pena di morte? Ci risiamo!

Con il delitto di Roma di quei due imbecilli si riapre (per fortuna fra poche persone democraticamente fragili come Rita Dalla Chiesa) il dibattito sulla necessità della pena di morte. Per dirne non posso che citare la persona alla quale dobbiamo l'altissima scelta di averne promosso l'abolizione in Italia, Cesare Beccaria. Ricordiamo che la pena capitale venne abolita dalla legge Zanardelli e con voto quasi umanime del parlamento nel 1889 e ripristinata solo dal dittatore Mussolini nel 1928 per venire definitivamente cassata con l'arrivo della Democrazia. Rita Dalla Chiesa forse avrebbe il dovere di leggere ed informarsi prima di aprire facebook e sparare idiozie. 

“Parmi un assurdo che le leggi che sono l'espressione della pubblica volontà, che detestano e puniscono l'omicidio, ne commettano uno esse medesime, e, per allontanare i cittadini dall' assassinio, ordinino un pubblico assassinio.” 



"Uno dei piú gran freni dei delitti non è la crudeltà delle pene, ma l'infallibilità di esse, e per conseguenza la vigilanza dei magistrati, e quella severità di un giudice inesorabile, che, per essere un'utile virtù, dev'essere accompagnata da una dolce legislazione. La certezza di un castigo, benché moderato, farà sempre una maggiore impressione che non il timore di un altro piú terribile, unito colla speranza dell'impunità. […] I paesi e i tempi dei piú atroci supplizi furon sempre quelli delle piú sanguinose ed inumane azioni, poiché il medesimo spirito di ferocia che guidava la mano del legislatore, reggeva quella del parricida e del sicario. 


Qual può essere il diritto che si attribuiscono gli uomini di trucidare i loro simili? Non certamente quello da cui risulta la sovranità e le leggi. Esse non sono che una somma di minime porzioni della privata libertà di ciascuno; esse rappresentano la volontà generale, che è l'aggregato delle particolari. 

Chi è mai colui che abbia voluto lasciare ad altri uomini l'arbitrio di ucciderlo? Come mai nel minimo sacrificio della libertà di ciascuno vi può essere quello del massimo tra tutti i beni, la vita?" […] 

il post della Rituccia:

Hanno ucciso un ragazzo per vedere l'effetto che fa. Erano usciti in macchina, strafatti di alcol e droga, per ammazzare qualcuno, ma sulla loro strada non avevano incontrato nessuno. E allora si sono accaniti con una ferocia senza limiti su un amico di uno dei due. E' aberrante quello che e' successo a Roma. Se chiedessi la pena di morte per questi maledetti mostri, la cosiddetta "intellighenzia" mi darebbe addosso. Bene, fatelo, fatelo tutti, perche' io questa volta la vorrei. Fortissimamente la vorrei. Cos'hanno fatto, di diverso, questi vigliacchi? E se sulla loro strada avessero incrociato uno dei vostri cari, marito, sorella, figlio, nipote, o voi che stavate portando a spasso il cane?

Come si evince insiste sul solito bieco ricatto: "e se toccasse a vostro figlio?" Per fortuna la giustizia la governano i giudici e non le vittime di carnefici, altrimenti sarebbe vendetta. E un personaggio pubblico, anche se solo una presentatrice televisiva, avrebbero il dovere di essere corretti, anche su facebook.

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