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lunedì 16 novembre 2015

Islam, stragi, deputati e giornalisti xenofobi


 Sulla strage di Parigi si è detto di tutto e di più, moltissimi sui social network diventano improvvisamente esperti di ogni branca dello scibile umano, esattamente come per la nazionale di calcio dove tutti sanno quali giocatori erano meglio di altri, così molti sanno tutto di Islam, guerre di religione e via dicendo. Tuttavia quello che brilla è l’utilizzo inopinato dell’informazione da parte di alcuni politici per far passare messaggi che non sono solo inquietanti ma rasentano la vera istigazione a delinquere o all’odio razziale.
E questi trovano buona sponda in alcune testate giornalistiche (poche per fortuna) che fanno dell’informazione strumento di istigazione vera e propria alla caccia all’uomo, alla generalizzazione, alla xenofobia. Trovano terreno fertile in quella parte della società che ha bisogno acritico di un nemico di prossimità individuato in altri tempi nei “terroni” oggi negli immigrati. Gravissimo il fatto che alcuni uomini e donne politici e direttori di giornali fomentino, anziché la voglia di ricercare, di capire, di informarsi, un odio “a prescindere”. Mi è successo di essere in pizzeria, è arrivato l’indiano che vendeva rose, al nostro diniego ha salutato e si è ritirato senza nulla aggiungere, con un sorriso. Nel tavolo vicino tre uomini lo hanno letteralmente assalito verbalmente accusandolo di portare via il lavoro agli italiani, quasi uno di quei tre avesse velleità di andare la notte a vendere due rose in qualche pizzeria. Inutile dire che la rosa l’abbiamo acquistata noi. Non è stato solo un gesto di solidarietà, piuttosto di disprezzo per gli altri.
Questo è spesso il fuoco sotto la cenere, e su questo fuoco soffiano i Salvini, le Santanchè, i Belpietro, i Gasparri.
Abbiamo raccolto alcune perle di frasi lanciate su facebook e su twitter.




Salvini e i suoi amichetti leghisti scrivono:

“#Prayforparis. Ma non bastano cortei e minuti di silenzio. Terrorismo islamico va sradicato con la forza!

 #Parigi”, “buonisti = complici”,

“chi mi parla dell’islam moderato lo prendo a calci in culo”,

“I libri di ORIANA FALLACI obbligatori in tutte le scuole”, “Non è più il momento dell’ipocrisia, delle sfilate e dei minuti di silenzio, questa è una guerra, serve un intervento militare internazionale subito in Siria ed in Libia”.



Annotiamo l’uso della “forza” richiamato, l’utilizzo della parola “buonisti” quasi fosse negativa. Siamo nel tempo in cui le parole perdono la loro forza, vengono travisate. Ci hanno scippato anche la possibilità di essere accoglienti, di considerarci esseri umani fra altri esseri umani forzando la lingua italiana con il terrificante: “buonista”, mettono così in forse anche le parole del papa e della religione che dicono di voler difendere arrotolandosi nella loro melma. 
Inoltre c’è un vero e proprio oltraggio e istigazione alla xenofobia parlando di Islam. Esistono islamici moderati e non terroristi? Sicuramente si e sicuramente i terroristi sono una minoranza residuale, quand’anche ricchissima e violenta, tuttavia insinuare che l’Islam deve essere combattuto a prescindere perchè gli islamici sono tutti così, equivale a dire che gli italiani sono tutti mafiosi. Oppure l’inossidabile (nel senso che è fatta di moplen e non può ossidare, arrugginire) Santanchè che scrive che l’Islam festeggia i nostri morti. Anche qui è chiamata alle armi contro i non cattolici. Se la Santanchè e i suoi epigoni fossero islamici sarebbero sicuramente dell’isis, vogliono sterminare tutti quelli che non sono come loro, invece sono Deputati della Repubblica italiana, chiamati a cambiare la nostra Costituzione.  
Poi ci sono le note di colore, sempre parlando di stupro della lingua italiana, Gasparri che posta su facebook la necessità di armare tutti gli eserciti per “radere al suolo l’Isis” (sic), quasi Isis fosse una città, una casa. (Post che ha poi corretto in corsa, qualcuno gli ha fatto notare la bestialità scritta, lui probabilmente non ha capito ma si è adeguato).
 E terminiamo  con l’ignominia del quotidiano Libero. Il suo direttore Belpietro ha ricevuto denunce per istigazione all’odio razziale e varie segnalazioni all’ordine dei giornalisti per quel titolo a tutta pagina: “Bastardi islamici”. Altre denunce dovrebbe ricevere per un altro articolo che mette assieme tutta la filosofia salviniana, unendo nell’odio razziale meridione d’Italia e Islam: l'Islam teme solo la mafia. Non è solo ignobile, è indegno che chi scrive queste porcate faccia parte dell'ordine dei giornalisti.

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