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lunedì 24 novembre 2014

L'Italia e l'Europa ripudiavano il nazismo. Poi hanno cambiato opinione.

Non dovrebbe passare sotto silenzio lo scempio compiuto da 53 nazioni (Italia ed Unione Europea Mogheriniana compresi) contro l’antinazismo ed antifascismo.

I fatti: la Russia presenta una risoluzione che esprime "profonda preoccupazione per la glorificazione in qualsiasi forma del movimento nazista, neo-nazista e degli ex membri dell’organizzazione "Waffen SS", anche attraverso la costruzione di monumenti e memoriali e l’organizzazione di manifestazioni pubbliche". Il documento rileva anche l'aumento del numero di attacchi razzisti in tutto il mondo.
Una iniziativa sacrosanta, si dirà, visti i continui rigurgiti fascisti e nazisti ai quali si assiste sempre più spesso in diversi quadranti del globo. 

Pur ammettendo che la Russia non è una delle democrazie più limpide, tuttavia una mozione di questo livello non può e non deve essere ignorata. Le votazioni sono state inquietanti: 115 i paesi favorevoli (130 erano nel 2012 in una mozione simile), 3 i contrari: USA, Canada e Ucraina. 55 gli astenuti, fra questi l’Italia e i paesi dell’unione europea che ha come presidente di turno tal Renzi e come ministressa degli esteri tal Mogherini.

Ora il voto contrario degli USA, nonostante Obama, è coerente con le storiche decisioni di utilizzare ove fosse possibile i movimenti nazisti e neonazisti, ne abbiamo limpidi esempi in Italia dove la CIA non esitò ad entrare con tutte le scarpe nella strategia della tensione. Lunga la storia nel centro sud America dove i golpe erano pilotati e decisi alla Casa Bianca per tenere buoni “quelli del cortile di casa”. Addirittura si inviavano esperti in torture per addestrare golpisti in ogni paese dove il sospetto di rivolta era presente. Inoltre Obama si è impegnato in prima persona nella guerra contro Putin, per cui qualunque proposta russa deve essere bocciata per principio. Il Canada si adegua, l’Ucraina, beh, mica può votare una mozione contro sé stessa e la politica che esprime. Sarebbe come se Berlusconi votasse per rendere obbligatoria la castità o Renzo Bossi l’intelligenza.
Il problema vero è l’atteggiamento dell’Europa. In presenza di movimenti neonazisti (in Italia in particolare le derive della lega nord, di Casa Pound, di Forza Nuova sono emblematiche) la scelta di non inimicarsi Obama è stata ignobilmente vincente. D’altra parte l’Europa nell’affaire sanzioni alla Russia è stata brillantissima. Siamo nel continente in cui le sanzioni contro una nazione provocano danni ai sanzionatori anziché il contrario. Lo sanno gli esportatori di prodotti agricoli, lo sapremo fra poco tutti quanti se il dittatore russo deciderà di chiudere i rubinetti del gas. Però, ammettiamo, il presidente di turno e la ministressa degli esteri europei stanno alla diplomazia come Giovanardi sta alla democrazia.
Da oggi possiamo dire che “L’Italia ripudiava il nazismo, ora si astiene”. 


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