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martedì 5 agosto 2014

Gino Strada: l'Italia non fornisca armi agli israeliani

Appello di Gino Strada. Il PIL deve  essere qualcosa di diverso dal vendere armi che massacrano persone. Chiediamo che l'Italia smetta immediatamente di vendere armi a Israele.  Stiamo fieramente dalla parte i palestinesi e degli israeliani che ripudiano questa assurda logica del 

massacro. 


‪#‎GAZA‬: MASSACRO DI CIVILI, L’ITALIA  INTERROMPA LA FORNITURA DI ARMI A ISRAELE
Mentre viene annunciata una nuova tregua umanitaria,  EMERGENCY guardacon dolore e indignazione il bilancio degli attacchi contro i civili e le gravi violazioni del diritto umanitario compiute a Gaza nell'ambito dell'operazione “Protective Edge”. A oggi  si contano almeno 1.800 morti palestinesi (per il 70% civili  secondo le Nazioni  Unite) e 67 vittime in Israele (tra cui 3 civili). A Gaza sono state colpite scuole,  strutture sanitarie, infrastrutture. Un  massacro di civili inaccettabile, portato avanti in nome del “diritto all'autodifesa",  fingendo di ignorare che questa guerra, così come quelle che l’hanno preceduta, non porterà sicurezza o pace né ai cittadini israeliani né a quelli palestinesi. Porterà solo nuovi lutti, nuova distruzione, nuovo odio, nuova guerra. L'Italia, all'interno dell'Unione Europea, è  il principale fornitore di sistemi militari a  Israele. Chiediamo che il nostro Stato, la  nostra Repubblica che ripudia la guerra , non sia complice di questa delirante spirale di violenza. Chiediamo che il  governo italiano sospenda immediatamente l'accordo di cooperazione militare con Israele, le prossime esercitazioni dei caccia israeliani nei cieli di Sardegna e la fornitura di sistemi militari, nel rispetto della legge italiana (la legge 185/90 vieta di vendere armi a Paesi in conflitto o responsabili di gravi violazioni dei diritti umani) e dell’articolo 11 della nostra Costituzione che ripudia la guerra. Ci uniamo a tante voci, italiane e internazionali, nel chiedere che l'Italia, nel semestre di presidenza dell'Unione Europea, si faccia promotrice di un vero percorso di pace, con gli strumenti della diplomazia e dei diritti.

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