Se li conosci li eviti |
Una domanda: l’expo di Milano è
di Milano o riguarda l’Italia intera? Non è questione di poco conto, a Milano
ci sarà la location delle esposizioni, là in molti ringraziano le
amministrazioni Formigoni e Maroni, in particolar modo la ‘ndrangheta, la
camorra e la mafia. Inquisiti e indagini come se piovesse (e in questa stramba
estate di pioggia ne è arrivata veramente).
A parte questi aspetti che
riguardano al giustizia piuttosto che l’informazione, in Lombardia, a Milano in
particolare, sono arrivati milioni e milioni di euro per questa immensa
manifestazione, e sono quattrini italiani (attenti ai dettagli, non sono
lombardi, milanesi, leghisti, sono degli italiani tutti). Alla fine della fiera
rimarranno costruzioni più o meno inutili, cemento in quantità, padiglioni
destinati all’abbandono in perfetto italian style, e via dicendo.
Ultimamente in una conferenza
stampa congiunta, Sgarbi e Maroni hanno rivendicato l’italianità dei bronzi di
Riace, infatti li vogliono a Milano ad ogni costo, esponenti della lega si
accorgono di essere italiani quando si tratta di scippare opere d’arte, per il
resto “ognuno padrone a casa sua”.
Ora, nominare uno come Sgarbi a
incarichi tanto delicati è come mandare Borghezio all’accademia della crusca a
parlare di bon ton. Non è dato sapere quanti quattrini pubblici intascherà per
fare l’ambasciatore culturale dell’expo, sappiamo però che molti studenti di
istituti d’arte avrebbero fatto meglio, in fretta e si sarebbero accontentati
di molto meno quattrini. Infatti abbiamo sentito il provocatore Sgarbi parlare
di Caravaggio, Michelangelo, Botticelli, Arcimboldo e via dicendo, non per dire,
ma con il patrimonio artistico che abbiamo in Italia solo un imbecille potrebbe
sbagliare un nome. Il valore aggiunto di uno come Sgarbi avrebbe dovuto essere
il nominare sconosciuti di sicuro talento e valore, pagarlo per scoprire
Caravaggio mi pare discutibile eticamente e moralmente. Per dirla tutta, se avessero fatto
un’intervista doppia a Renzo Bossi e alla Minetti avrebbero citato gli stessi
artisti che ha fatto Sgarbi.
Ma torniamo ai Bronzi di Riace,
se l’expo è pagato dagli italiani tutti, deve riguardare l’Italia nel suo
complesso. E qui diventa questione di scelte. O si opta per fare di Milano il
centro del mondo (come tanto piace ai padani e a Sgarbi), oppure si lavora per
l’Italia, Milano in questo modo può diventare trampolino di lancio per i milioni di turisti che
potrebbero avere l’opportunità di vedere dal vivo il più grande museo mondiale:
l’Italia intera. Quindi i bronzi si vedranno a Reggio Calabria, Arcimboldo a Cremona (come hanno deciso i cremonesi negando a Sgarbi l'opera richiesta) e via dicendo,
in un tour che valorizzi il paese nel suo complesso. Come si evince la scelta è
politica, l’expo non è di Milano, speriamo che Franceschini tenga duro nella
sua idea di fare dell’expo una cosa nazionale, in effetti a nessuno importa sapere se i bronzi sono o
meno trasportabili, a tutti interessa che le ricadute turistiche siano al paese
nel suo complesso. Quindi benissimo ha fatto Cremona a negare Arcimboldo a
Milano, Expo crei il modo di portare le persone a vederlo in loco. Da questo
punto di vista Sgarbi è la persona meno adatta al ruolo per cui è pagato
(sicuramente strapagato), ha infatti dichiarato l’ immarcescibile:
“Pensare che Expo sia un Bengodi da cui tutti dovranno trarre vantaggio
è da mentalità malata. Credere che uno
giunga dall'Australia per Expo e poi sia disposto ad arrivare fino a Cremona o
Reggio Calabria per vedere una singola opera è da pazzi: secondo me” le città
che trarranno beneficio dall'evento, oltre Roma e Milano, sono Venezia, Firenze
e Torino".
Questione di scelte politiche,
appunto.
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