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mercoledì 4 giugno 2014

Benvenuti turisti. Le capitali di cultura vi prendono a calci nei denti!

Chiesa matrice Poggiardo
“Dobbiamo destagionalizzare il turismo”.
“Il Salento è tutto bello, non ci sono solo Gallipoli e Otranto”.
“I nostri centri storici sono meravigliosi e da visitare”.
“Lavoriamo perché il turista venga in Salento, usufruisca del nostro stupendo mare e la sera magari vada un po’ nell'entroterra per riposare nella quiete dei paesini immersi  nel verde e circondati da uliveti secolari”.
Sono solo alcune frasi che sento ripetutamente come un mantra in ogni luogo del Salento leccese. Badiamo, tutto assolutamente condivisibile, il mare limpido che si sposa a centri storici pieni di cose da dire e da offrire. Girovagando fra alcuni di questi paesi  tuttavia ci si imbatte in situazioni che ti fanno dire come lo slogan dovrebbe essere “caro turista, vieni da noi, spendi, in cambio ti diamo un bel calcio nel denti”.
Tralasciamo il fatto che se uno arriva
a Lecce la domenica in treno non ha alcuna possibilità di raggiungere il capo in tempi decenti, i treni della sudest la domenica stanno fermi. Non si sogni poi, il turista, di arrivare la domenica di Pasqua verso le 13. I bus urbani sono fermi perché è Pasqua, i treni non esistono, i Taxi non ci sono perché “sono tutti a pranzo, è Pasqua!” (E’ successo veramente la domenica di Pasqua di tre nni fa).

I più audaci arrivano in auto, magari vanno a vedere l’anfiteatro in Piazza Bianca (già sant’Oronzo), scavalcano pagodine di moplen e coglioni di mulo e voila: la storia si palesa. Poi vanno verso il capo ed iniziano a girare per vedere questi famosi centri storici. A Poggiardo, la Chiesa Matrice di San Salvatore, con facciata del XVIII secolo, si trova in una piazzetta, la targa in ceramica dice, come ovvio, storicamente giusto, “Piazza della Chiesa”. Pochi metri dopo un’altra targa in bianca plastica che fa a pugni con il contesto dice “Piazza Papa Giovanni Paolo II°”. Delle due una, o si mantiene una toponomastica che ha un senso o la si stravolge. Senza nulla togliere al Papa Santo Subito, almeno gli amministratori non confondano le idee ai turisti.

Pal. D'Elia, particolare
Pal. De Jiudicibus
palazzo d'Elia
Ma questo è, per rimanere in ambito religioso, un peccatuccio veniale. Se andiamo a Casarano, in un centro storico dignitoso, ci sono due palazzi con facciate meravigliose, Palazzo d’Elia e Palazzo de Judicibus. E’ pur vero che sono in stato di abbandono e quasi degrado, ed è vero che la proprietà (l’amministrazione comunale) probabilmente non ha quattrini per recuperarli, e qui si dovrebbe aprire un discorso con i ministri ad hoc. Per fortuna Tremonti ha tolto il disturbo, per lui la cultura non si mangia (anche se è una sonora idiozia). 

 Però pare che il comune di Casarano sia veramente, come si dice in gergo popolare, con le pezze al culo.  Se non ha i soldi neppure per comprare un flacone di vetril (o simili anche sottomarche che costano meno) e mandare qualcuno a pulire le targhe che raccontano la storia del palazzo una letteralmente ricoperta da escrementi di colombi, l’altra illeggibile, sarebbe, quanto meno da commissariare. A meno che, dicono i maligni, anche qui non amino prendere a calci nei denti i turisti. Cosa che pare quasi più credibile.

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