“Il Salento è tutto bello, non ci sono solo Gallipoli e
Otranto”.
“I nostri centri storici sono meravigliosi e da visitare”.
“Lavoriamo perché il turista venga in Salento, usufruisca
del nostro stupendo mare e la sera magari vada un po’ nell'entroterra per
riposare nella quiete dei paesini immersi nel verde e circondati da uliveti secolari”.
Sono solo alcune frasi che sento ripetutamente come un
mantra in ogni luogo del Salento leccese. Badiamo, tutto assolutamente
condivisibile, il mare limpido che si sposa a centri storici pieni di cose da
dire e da offrire. Girovagando fra alcuni di questi paesi tuttavia ci si imbatte in situazioni che ti
fanno dire come lo slogan dovrebbe essere “caro turista, vieni da noi, spendi,
in cambio ti diamo un bel calcio nel denti”.
a Lecce la domenica in treno non ha alcuna possibilità di raggiungere il capo in tempi decenti, i treni della sudest la domenica stanno fermi. Non si sogni poi, il turista, di arrivare la domenica di Pasqua verso le 13. I bus urbani sono fermi perché è Pasqua, i treni non esistono, i Taxi non ci sono perché “sono tutti a pranzo, è Pasqua!” (E’ successo veramente la domenica di Pasqua di tre nni fa).
I più audaci arrivano in auto, magari vanno a vedere l’anfiteatro
in Piazza Bianca (già sant’Oronzo), scavalcano pagodine di moplen e coglioni di
mulo e voila: la storia si palesa. Poi vanno verso il capo ed iniziano a girare
per vedere questi famosi centri storici. A Poggiardo, la Chiesa Matrice di San
Salvatore, con facciata del XVIII secolo, si trova in una piazzetta, la targa
in ceramica dice, come ovvio, storicamente giusto, “Piazza della Chiesa”. Pochi
metri dopo un’altra targa in bianca plastica che fa a pugni con il contesto
dice “Piazza Papa Giovanni Paolo II°”. Delle due una, o si mantiene una
toponomastica che ha un senso o la si stravolge. Senza nulla togliere al Papa
Santo Subito, almeno gli amministratori non confondano le idee ai turisti.
Pal. D'Elia, particolare |
Però pare che il comune di Casarano sia
veramente, come si dice in gergo popolare, con le pezze al culo. Se non ha i soldi neppure per comprare un
flacone di vetril (o simili anche sottomarche che costano meno) e mandare
qualcuno a pulire le targhe che raccontano la storia del palazzo una
letteralmente ricoperta da escrementi di colombi, l’altra illeggibile, sarebbe,
quanto meno da commissariare. A meno che, dicono i maligni, anche qui non amino
prendere a calci nei denti i turisti. Cosa che pare quasi più credibile.
Nessun commento:
Posta un commento