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giovedì 27 marzo 2014

28 marzo 1886 - Prima esecuzione dell'Inno dei Lavoratori

La prima esecuzione del “Canto dei lavoratori” poi ribattezzato “inno dei lavoratori ” venne eseguita dalla corale di Gaetano Donizetti il 28 marzo 1886 nel salone del Consolato operaio a Milano.
Il testo venne composto da Filippo Turati su musiche di Zenone Mattei e pubblicato nel mese di marzo dello stesso anno, su “La Farfalla” e subito dopo su “Il Fascio operaio”. L’esecuzione pubblica doveva tenersi sempre il 28 marzo, ma il governo dell’epoca, guidato da Agostino De Pretis,  la bloccò in quanto sovversiva. Perché “incitava all'odio di classe”.
Il testo completo:




Su fratelli, su compagne,
su, venite in fitta schiera:
sulla libera bandiera
splende il sol dell'avvenir.
  
 Nelle pene e nell'insulto
 ci stringemmo in mutuo patto,
 la gran causa del riscatto
 niun di noi vorrà tradir.

  Il riscatto del lavoro
  dei suoi figli opra sarà:
  o vivremo del lavoro
  o pugnando si morrà.

  o vivremo del lavoro
  o pugnando si morrà.
  o vivremo del lavoro
  o pugnando si morrà.

La risaia e la miniera
ci han fiaccati ad ogni stento
come i bruti d'un armento
siam sfruttati dai signor.

 I signor per cui pugnammo
 ci han rubato il nostro pane,
 ci han promessa una dimane:
 la dima si aspetta ancor.

  Il riscatto del lavoro...

L'esecrato capitale
nelle macchine ci schiaccia,
l'altrui solco queste braccia
son dannate a fecondar.

 Lo strumento del lavoro
 nelle mani dei redenti
 spenga gli odii e fra le genti
 chiami il dritto a trionfar.

  Il riscatto del lavoro...

Se divisi siam canaglia,
stretti in fascio siam potenti;
sono il nerbo delle genti
quei che han braccio e che han cor.

 Ogni cosa è sudor nostro,
 noi disfar, rifar possiamo;
 la consegna sia: sorgiamo
 troppo lungo fu il dolor.

  Il riscatto del lavoro...

Maledetto chi gavazza
nell'ebbrezza dei festini,
fin che i giorni un uom trascini
senza pane e senza amor.

 Maledetto chi non geme
 dello scempio dei fratelli,
 chi di pace ne favelli
 sotto il pie dell'oppressor.

  Il riscatto del lavoro...

I confini scellerati
cancelliam dagli emisferi;
i nemici, gli stranieri
non son lungi ma son qui.

 Guerra al regno della Guerra,
 morte al regno della morte;
 contro il dritto del del più forte,
 forza amici, è giunto il dì.

  Il riscatto del lavoro...

O sorelle di fatica
o consorti negli affanni
che ai negrieri, che ai tiranni
deste il sangue e la beltà.

 Agli imbelli, ai proni al giogo
 mai non splenda il vostro riso:
 un esercito diviso
 la vittoria non corrà.

  Il riscatto del lavoro...

Se eguaglianza non è frode,
fratellanza un'ironia,
se pugnar non fu follia
per la santa libertà;

 Su fratelli, su compagne,
 tutti i poveri son servi:
 cogli ignavi e coi protervi
 il transigere è viltà.

  Il riscatto del lavoro...




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