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mercoledì 15 maggio 2013

Il "benefattore" Silvio


Canale televisivo: Rete 4 in diretta. Fascia oraria: ore 21 del giovedì . Giornalista in studio: Paolo Del Debbio. Ospite: Silvio Berlusconi. Collegamento esterno: una signora che ha dormito per mesi in un negozio e che adesso ha occupato una casa popolare. Del Debbio tenta di consolare la signora, ma la prega di non commettere il reato di occupare una casa. Interviene Silvio Berlusconi: “Daro’ alla signora un dono per non avere problemi per qualche mese”. La signora ringrazia, applausi in studio. Pochi minuti dopo Del Debbio introduce il caso di una coppia campana in difficoltà . Anche qui stesso identico intervento di Berlusconi: ci sara’ un suo intervento che consentirà  alla coppia “di non avere problemi per qualche mese”. La coppia mano nella mano ringrazia, la signora piange lacrime di gioia. Applausi in studio. Fine della trasmissione.(AGI)

Ci sono molti modi per fare politica. Anche poco dignitosi. Ho sentito una conferenza di Cataldo Motta (procuratore DDA di Lecce) raccontava di come le nuove mafie oggi controllino il territorio gettando briciole di pane al popolo. Si creano consensi e fanno dire: “ma che bravi, loro ci aiutano, loro ci danno lavoro”. Succede nel leccese, il boss locale ricicla denaro aprendo supermercati, con la sua potenza economica abbatte i prezzi facendo concorrenza sleale , il corrispettivo lo guadagna assumendo in nero, evadendo tasse e contributi e creando, nei fatti, un’azienda fuori legge. Succede che i beni del boss, detto Gianni CONAD, vengano confiscati, e succede che il commissario che deve gestire i suoi supermercati debba dichiararne il fallimento perché l’economia delle attività si regge esclusivamente sull'evasione contributiva e fiscale, mettere tutto in regola li porterebbe fuori mercato. Succede che la gente dice “Visto? Lui ci dava lavoro, lo Stato ce lo toglie”. Succede che ci siano famiglie al limite della sopravvivenza, e succede che lo zar locale dell’usura dia loro denaro a fondo perduto per comprarsi un pezzo di pane. Così si crea consenso: “Visto che bravo? Lo stato ci affama e lui almeno ci da qualche soldo”. Succede che un sedicente statista, condannato in due gradi di giudizio, faccia l’elemosina a due famiglie in diretta TV per creare consenso e farsi dire “Visto che bravo? Lui si che pensa a noi”.  Stessi metodi, identici, per crearsi consensi. Quando l’etica è carta straccia succede anche questo. Quelle due famiglie voteranno forse il boss, sicuramente ora non scenderanno in piazza a reclamare diritti, sicuramente deprecheranno quelli che non vogliono un rais assistenziale ma chiedono diritti. 
Mentre scrivevo queste righe è comparsa la notizia della requisitoria della Bocassini al processo per prostituzione minorile che vede imputato Berlusconi in persona, la richiesta è la condanna e l'interdizione dai pubblici  uffici definitiva e non a termine. Lui dice di essere come Tortora, un perseguitato. Un consiglio lo diamo volentieri, se vuole cercare una similitudine sarebbe più opportuno paragonarsi a Totò Riina.  

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