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sabato 16 giugno 2012

Lecce: piste ciclabili finte


Quando eravamo piccoli io e mio fratello disdegnavamo la pasta riscaldata. Nostra madre usava l’escamotage di ogni madre che badi all’economia domestica, la sera faceva un po’ di besciamella, neppure troppa, metteva il tutto in forno e diceva radiosa: “stasera pasta al forno”. Ovviamente eravamo felicissimi di quella inattesa serata di festa. Insomma, mia madre, come tutte le madri di buon senso, applicava la politica della “buona madre di famiglia” badando alla qualità e al risparmio. Regole semplici e banali che avrei apprezzato solo crescendo.
La domanda che mi insegue in questi giorni è la seguente, si può mutuare il buon senso familiare nell’amministrazione della cosa pubblica? Sicuramente si può, spesso si deve, tuttavia non dovrebbe essere concesso a nessuno prendere in giro nessun altro, un conto è avere a che fare con bimbi capricciosi, altra cosa è amministrare il denaro pubblico, ci vuole estrema trasparenza. Per fare un esempio, è concesso ad un’amministrazione prendere un marciapiedi, disegnarci sopra delle biciclettine e dire spocchiosamente che sono piste ciclabili?  Bah sarebbe come, ragionando per assurdo, prendere dei filobus e chiamarli, che so, metropolitane.
Volere il bene dei figli può essere dare loro pasta passata al forno o acquistare una laurea in Albania? Il primo cresce, il secondo rimane trota comunque. Appunto, è come chiamare pista ciclabile un marciapiedi, sempre quello rimane... 
Le madri badano a nutrire e ad educare i figli, l’amministrazione però non può, almeno, non dovrebbe, vendere merce taroccata spacciandola per buona…  

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