“Alle Cantelmo, alle Cantelmo” è stata la parola d’ordine di
lunedi 30 aprile. Peccato che c’è il ponte, molti stanno al mare, molti altri non
ne sanno nulla. E poi ieri è arrivato Vendola con la sua vis retorica e le cose
che sa dire, ma già ascoltate. Così vanno le campagne elettorali. Poi arriverà
D’Alema e saranno guai per i superstiziosi… Alle 10, orario previsto, in sala ci sono 10
persone (almeno 7 sono addetti ai lavori). Arriva, puntuale in netta
discontinuità con lo stile leccese, Paolo Perrone, alto, giovane, sorridente e
svettante. E, a suo dire, abile a stirare. Rendiamo onore alla precisione,
comunque, “alle 11 ho in altro impegno”. Già, la campagna elettorale logora.
Poi alla spicciolata arrivano gli altri, Melica lamenta che
l’aria condizionata lo farà ammalare, il cinquestellino Buccarella con la
cartellina sotto braccio, La Capone Loredana unica donna lì in mezzo, sorride a
tutti a volte si inalbera ascoltando il suo interlocutore e competitor, così
pare, unico.
Antonio Capone tutto saluti e pacche sulle spalle. Ah,
mancava Vallerini di iniziativa Comunista, è arrivato tardissimo, a spettacolo
iniziato “colpa dei parcheggi che mancano…” lancia lì giusto per far capire da
che parte stanno i problemi.
I loro addetti stampa sono seduti di fronte, ognuno può fare
domande a tutti, tranne che al suo datore di lavoro. Buona l’idea, non fosse
per il tempo che è poco.
Comunque si inizia a parlare di questa campagna elettorale
“stupenda” dice Perrone “siamo nell’unico capoluogo in cui un sindaco di centro
destra uscente si presta alle primarie di coalizione, tutti sappiamo il
risultato” Bulgaro veramente, roba che neppure nelle dittature… “Peccato che gli
altri competitori parlino solo di accuse a noi invece di fare proposte”.
“Già, Paolo Perrone neppure si è accorto di essere in
campagna elettorale per le Comunali, lui parla sempre di Regione…” così la
Loredana che non scorda mai di sottolineare quanto la Regione ha fatto per
Lecce. Evidente che a Regione è come il prezzemolo, entra ovunque.
E ancora si parla di “proposte concrete” (Melica, UDC) e della
visibilità che “ci garantiscono i giornali tutti parlando male di Beppe Grillo”
come recita Buccarella. Dopo l’uscita che la mafia è meglio della politica poi,
Grillo si è guadagnato prime pagine di insulti.
Chi esce dal coro e attacca frontalmente Paolo Perrone e la
sua consiliatura è uno che sembra arrivare da Rifondazione o giù di lì, Antonio
Capone già in quota alla Poli Bortone ed ora a capo di una lista civica di
centro destra. “Perrone ha amministrato malissimo, i leccesi non capiscono i
balletti, prima con la Poli, poi senza, poi di nuovo assieme. E pensare che nel
paese la gente si suicida” colpa della Poli o di Perrone? “da settembre la gente comincerà ad
ammazzare”. A voler essere scaramantici ci sarebbe da commentare.
Vallerini, appena arrivato, parla di precariato,
disoccupazione e protezione delle fasce deboli, e non manca di citare il cuo
comizio in Piazza Sant’Oronzo, quello di quando pioveva e c’era poca gente.
Poi si passa alla Lecce città universitaria e il dibattito
procede quasi stancamente fra alloggi che mancano, proposte di tassare le Chiese per dare ai
poveri (più o meno così dice Vallerini). Di nuovo Loredana che tira in ballo la
Regione, di nuovo Perrone che dice che la Regione non ha fatto nulla e gli è
toccato fare tutto da solo, e così via.
Poi tutti a salire sul filobus con posizioni variegate:
-
“Io non c’entro, ha scelto la Poli, però se c’è
reato lo smonto. E non è neppure bello” (Paolo Perrone). Riflessione: Perrone avrà fatto barricate come assessore al
bilancio, contro una spesa così illogica… O no?
-
“Verifichiamo i costi e ne riparleremo”
(Buccarella)
-
“Smontiamo tutto, io posso dirlo, Paolo no
perché è ammanettato con la Poli” (A. Capone)
-
“Vedremo un po’” (Melica)
-
“Facciamo referendum” (Vallerini)
-
“Lo smonterò e lo riconvertirò” (L. Capone)
In sostanza a nessuno piace
quella roba lì, ma pare che il solo ad avere le idee chiare sia A. Capone che,
diciamolo, è uomo di destra. In caso di ballottaggio passeranno trentacinque
minuti prima che si allei con Perrone e si ammanetti anche lui con la Poli o
tirerà dritto per la sua strada?
Intanto Perrone e la Capone se ne
sono andati per altri impegni, ed io ripensavo al ragazzo che poco prima mi
diceva “io voto, però sono della generazione che è venuta dopo il ’68, allora
sembrava volessero spaccare il mondo e me li sono ritrovati tutti in politica e
all’università a fare quello che tutti fanno. Ha senso votarli?”
Mica ha tutti i torti, bella
politica asfittica abbiamo lasciato ai ragazzi, roba da arrossire almeno un
pochettino.
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