Arriva Monti, quello che rivendica “mani libere dai partiti”
infatti liberalizza. Illuso, e le caste?
Brian De Palma li chiamò “Gli intoccabili” solo che i suoi erano poliziotti che davano la caccia a Al Capone, qui si gioca a parti invertite, è l'ippopotamo che si siede sul cardellino. Bruttissima storia veramente quella delle parafarmacie e dei taxi, riescono a bloccare due governi, prima Prodi, ora Monti. Il governo intermedio, quello del bunga bunga, non ci ha nemmeno provato, loro sono i finti liberisti, i re del monopolio e delle caste.
Ne abbiamo parlato con un esponente del mondo delle
parafarmacie che ha voluto mantenere l’anonimato per motivi facilmente
intuibili.
“Allora che è
successo?”
“Il decreto Bersani prevedeva, dopo l’apertura delle
parafarmacie, la liberalizzazione dei farmaci di fascia C, quelli con ricetta
bianca. In fascia A ci sono quelli a carico dello Stato, ricetta rossa. Fase
che non è mai arrivata, la fascia C se la tengono le farmacie”.
“Cosa comprende la
famigerata fascia C?”
“Parliamo di 3741 farmaci che il primo decreto Monti aveva
liberalizzato. Poi passarono ad una restrizione in base al tipo di ricetta, poi
si parlò di liberalizzare solo in comuni con meno di 15.000 abitanti. La notte
del 13 dicembre colpo di scena. Dalla fascia C sono spariti gli iniettabili,
gli anticoncezionali e altri. In pratica siamo passati, a 1615 farmaci che
potenzialmente potremmo vendere. Potenzialmente perché il ministero deciderà quanti
di questi resteranno entro 120 giorni. Decideranno le caste o il ministero?”
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“A proposito di
ricette obbligatorie, ricordo un servizio in TV in cui alcuni farmacisti
venivano presi con le dita nella marmellata scordandosi l’obbligo”.
“In Tv? Forse a Striscia la notizia? Se ne sentono tante in
giro”.
“Fatto 100 le
vendite, a quanto ammonta la fascia C?”
“Diciamo fra 70 e 80”
“Beh, si comprende
qualcosa in più”
“Guardi, da un punto di vista dei fatturati con il decreto
Monti originario si parlava di 500, 600 euro medi mensili di perdita per le farmacie, il grosso
del fatturato lo fanno sulle ricette”
“A Lecce di che
numeri parliamo per quanto vi riguarda?”
“Siamo 6 parafarmacie. D’altra parte acquistare una farmacia
non è possibile per le persone normali. Per questo hanno il terrore delle
liberalizzazioni, la concorrenza impaurisce e i castelli perderebbero valore. Prima
del decreto Bersani i prezzi erano fissi. Ora la concorrenza è a vantaggio del cliente,
noi dobbiamo vendere a prezzi scontati se vogliamo sopravvivere. Su molti
farmaci da noi si risparmia anche il 20%, questo non può succedere in regime
di monopolio. Ora il prezzo non è più fisso in fascia C, però se rimane il
monopolio non cambia nulla”.
“Ma voi siete
qualificati?”
“Siamo laureati. Molti di noi hanno un passato decennale
come operatori in farmacie. Siamo iscritti all’albo, paghiamo le stesse quote,
facciamo gli stessi corsi di formazione dei colleghi blasonati, ci dicono che
non siamo attrezzati per fare preparazioni galeniche. Mi spiega lei perché
dovrei attrezzarmi per fare cose che la legge mi vieta di fare? Io non posso
neppure vendere erbe sfuse come le erboristerie, di che parliamo?”
“Un farmacista
intervistato disse che non si possono vendere farmaci e salumi come nei centri
commerciali”
“Lo dice FEDERFARMA, nel 2006 sosteneva che, invece di creare
parafarmacie, si mettessero farmaci da banco nelle stazioni e negli aeroporti
senza alcuna presenza di farmacisti,
ritenuta forse inutile. Magari con distribuzione gestita da loro. Cosa sono le
dichiarazioni di questi giorni?”
“Già, sembra
bizzarro. all’estero come funziona?”
“Saremmo stati un paese pilota. E' vero, la fascia C all'estero è venduta nelel farmacie. Però là le
farmacie sono liberalizzate, qui sono in poche mani, le solite da decenni, sono per jus sanguinis”.
“Perché sono così
potenti?”
“Nel governo Berlusconi in commissione sanità c’era il sen.
D’Ambrosio Lettieri. Sa chi è? Presidente dell’Ordine Farmacisti di Bari e
titolare di farmacia. Vogliamo parlare di conflitto di interessi?”.
“Qui a Lecce sarete
rappresentati nell’Ordine”
“Sulla carta, nella realtà sono rappresentati i titolari di
farmacie e i loro parenti. E’ come se non esistessimo. Siamo un male da
estirpare. Pensi che anche nei depositi medicinali applicano per noi condizioni
diverse rispetto a quelle delle farmacie. Molto spesso hanno titolari di farmacie
nei consigli di amministrazione. I prezzi della merce sono identici e
convenzionati per tutti, per noi cambiano le scontistiche e ci sono fantomatici
costi di gestione riservati”.
“Volete diventare
farmacie a tutti gli effetti”
“Guardi, noi chiediamo di essere non convenzionati, lasciamo
le ricette rosse alle farmacie. Chiediamo di fare come per i laboratori di analisi convenzionati e quelli privati. Il cliente ne troverebbe giovamento a parità di trattamento. Ha mai chiesto uno sconto in farmacia prima della nascita dei nostri punti vendita? Ora sa che si può fare. Grazie a noi anche”.
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