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giovedì 6 febbraio 2014

Per l'arte non ci sono soldi. Per gli F35 si.




Fu Giovanni Gentile ad inserire lo studio dell’arte e della sua storia nell'ordinamento scolastico. Da allora è stato sempre un punto cardine dell’istruzione. D’altra parte siamo in Italia, solo un pazzo può permettersi di dire che questa materia è inutile in quanto costosa. Nel 2009 il rapporto Pricewaterhouse Coopers diceva fra l’altro:

Pompei
“L’Italia possiede il più ampio patrimonio culturale a livello mondiale con oltre 3.400 musei, circa 2.100 aree e parchi archeologici e 43 siti Unesco. Nonostante questo dato di assoluto primato a livello mondiale, il RAC, un indice che analizza il ritorno economico degli asset culturali sui siti Unesco, mostra come gli Stati Uniti, con la metà dei siti rispetto all’Italia, hanno un ritorno commerciale pari a 16 volte quello italiano. Il ritorno degli asset culturali della Francia e del Regno unito è tra 4 e 7 volte quello italiano”. affari italiani articolo completo

Quindi un’opportunità di lavoro altamente elevata. Ma non solo di denaro si tratta, infatti, come diceva Carl William Brown:  E' un'assurdità sottoporre l'educazione alle leggi dell'economia, quando invece dovrebbe essere l'economia ad essere sottoposta alle leggi dell'educazione”.
Il problema vero è la crescita etica, culturale, civica e morale che la conoscenza dell’arte e del bello offrono, si eleva la qualità stessa della vita. Poter vedere con gli occhi della conoscenza è diverso dal vedere con quelli dell’ignoranza e della grettezza e, tutto sommato, della finanza fine a sè stessa. Patrimoni immensi come quelli che esistono in Italia sono la carta d’identità della nostra nazione, oltre che essere le città d’arte meta di turismo da ogni parte del mondo. Considerazioni banali, scontate, addirittura inutili a dirsi.
Ministra Gelmini
È proprio così? Vediamo cosa succede a Pompei che cade a pezzi, vediamo la Reggia di Caserta e altri monumenti abbandonati e ci accorgiamo che così non è. La storia è sempre la stessa: “mancano i soldi” (non mancano per gli F35, ma se lo dico qualcuno mi dice che sono antiitaliano). L’Italia è, allo stato attuale, il paese che meno di ogni altro merita il patrimonio che detiene, per favore, qualcuno ci commissari.
Non è un caso che di tanto in tanto a qualche neoliberista d’accatto venga in mente di consegnare tutto ai privati, dalle spiagge ai musei. Il quadro è davvero avvilente, ed ora sta giungendo a compimento la riforma che la più sciagurata ministra dell’Istruzione della storia repubblicana (e anche del ventennio, pensando a Gentile), la signora Gelmini, ha voluto fare scopiazzando qua e là e peggiorando tutto quello che ha copiato. La sua porcata prevedeva infatti che dagli anni 2009 e 2010, oltre all'abolizione degli Istituti d’arte, anche quella delle discipline artistiche nei «nuovi» Licei artistici, la cancellazione di «Storia dell’arte» dai bienni dei Licei classici e linguistici, dagli indirizzi Turismo e Grafica degli Istituti tecnici e dei professionali; zero ore per i geometri; cancellazione di «Disegno e Storia dell’arte» dai bienni dei Licei scienze umane e linguistici;cancellazione di «Disegno e Storia dell’arte» dal «nuovo» Liceo sportivo; eliminazione del «Disegno» nei trienni di questi ultimi «ambiti formativi». Insomma, un diplomato con indirizzo turistico potrà sapere tutto su ricevute fiscali,  fatture e discoteche, ma non si permetta di parlare di arte, per carità. I turisti sono vacche da mungere, altro che cultura.
L’attuale ministra Carrozza e il Ministro Bray hanno tentato in ogni
modo di bloccare questa porcata infamante, però la Commissione Parlamentare, proprio in questi giorni, ha detto che l’insegnamento dell’arte non è compatibile con le risorse.
L’ultimo sciagurato ventennio ha condotto le cose con il principio che non si deve insegnare nulla, le persone potrebbero poi imparare. La Mariastella è evidentemente figlia di questa filosofia (figlia, vittima o colpevole artefice?).
I ragazzi allevati con questa sciagura non sapranno distinguere fra una chiesa gotica ed una barocca, non hanno il diritto di sapere chi furono Giotto e Michelangelo. Saranno informatissimi invece sul bunga bunga e sul grande fratello. I primi  grandi fratelli sono appena sbarcati in parlamento e giocano a fare gli statisti. Non ci si stupisca se poi qualcuno inizia a bruciare libri...

Le immagini sono tratte dal web.


1 commento:

  1. Quello che segue è il comunicato del PD. Forse la notizia del mancato finanziamento della storia dell'arte a parte della commissione è errato, rimane la sostanza della porcata geliminiana alla quale si risponde con un laconico "vedremo se è una porcata" con il tempo però, magari in qualche decina di anni?

    "Nella giornata di ieri su alcuni siti è apparsa la notizia della cancellazione dell'insegnamento della storia dell'arte nelle scuole per decisione della Commissione cultura della Camera dei Deputati. E' questa una notizia priva di alcun fondamento. E' vero invece che la diminuzione delle ore destinate all'insegnamento nelle scuole della storia dell'arte è avvenuto nel settembre del 2010 per scelta del governo Berlusconi, in attuazione della cosiddetta riforma voluta dal duo Gelmini Tremonti che nel 2008 ha attuato un taglio draconiamo di ben 8 miliardi di euro all'istruzione e la riduzione di 132.000 posti di insegnanti e personale ATA. Si è così assestato un colpo mortale all'istruzione pubblica nel nostro Paese. La mannaia si abbatté in particolare su alcune classi di concorso: insieme alla storia dell'arte, furono duramente colpite chimica, fisica, musica, matematica, diritto, laboratoro e altre ancora. Il gruppo parlamentare del Partito Democratico si oppose con forza a queste scelte scellerate perché riteneva e ritiene che un impoverimento così grave dell'offerta formativa delle scuole avrebbe provocato un grave danno alla formazione dei nostri giovani e al futuro del nostro Paese. Ne sono testimonianza gli atti parlamentari con le innumerevoli mozioni, interrogazioni, interpellanze, odg presentati dal nostro gruppo e il parere contrario circostanziato al regolamento che prevedeva il riordino delle classi di concorso.
    Non si comprende quindi da dove nasca questa falsa notizia e con quali scopi. La verità e del resto facilmente verificabile leggendo i verbali delle sedute della Commissione che si sono tenute nelle ultime settimane.
    Se poi essa nascesse dalla discussione dell'autunno scorso sul Decreto 104 sull'istruzione, e' bene ricordare che il PD presento' e fece approvare in commissione un emendamento che prevede l'attivazione del monitoraggio e della verifica rigorosa degli effetti e dell'impatto negativo prodotti dalla cosiddetta riforma Germini. Il nostro obiettivo e' di acquisire i dati necessari per procedere ad una revisione organica delle classi di concorso e dei quadri orari, per il potenziamento dell'offerta formativa in tutte le discipline ove sarà necessario. Il PD, dunque, ha continuato con coerenza a battersi per promuovere la revisione del riordino delle classi di concorso e per affrontare i problemi in un quadro di rilancio e rafforzamento complessivo

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