A Macerata
un criminale, Luca Traini, militante della destra estrema, spara dall’auto
contro alcuni immigrati. Fermato, scende dall’auto avvolto nel tricolore e
facendo il saluto romano.
Subito le destra estrema e Salvini tentano di sdoganare il tutto come il gesto di
un pazzo, cosa specularmente opposta sarebbe successa se a sparare fosse stato
un immigrato, gli stessi che scendono in piazza (Forza Nuova e Casa Pound) per
chiedere la liberazione del criminale, avrebbero urlato contro i terroristi, ma
tant’è.
Il gesto non è stato di un pazzo, ma di una persona sicuramente
esaltata, comunque contigua ed allevata nel brodo di cultura della destra
estrema stragista e neonazista, la lunga mano di scelte che sono partite dal
dopoguerra, dai servizi segreti deviati, dalle logge massoniche occulte, dai
Pino Rauti e suoi sodali. Gli stessi che utilizzano persone sostanzialmente
deboli come il Traini per compiere efferati delitti, per mettere bombe sui
treni e nelle banche, colpendo nel mucchio, esattamente come succede per altri terrorismi ed altri terroristi.
A fronte di questo gesto criminale, oltre che della
rinascita troppo tollerata di movimenti che mitizzano ed inneggiano al fascismo
ed al nazismo, a formazioni che, nonostante la Costituzione, hanno i loro simboli sulle schede elettorali, si è levata una protesta immediata e diretta
di molti centri sociali e associazioni, la convocazione per sabato 10 febbraio
di una manifestazione nazionale a Macerata, città del criminale Traini, fra
queste, a garantire l’istituzionalizzazione della manifestazione e una
presenza importante e vigile perché tutto si potesse svolgere in maniera corretta,
senza eccessi, le importanti
adesioni di ANPI, CGIL, e ARCI.
Romano Carancini,
sindaco del PD di Macerata, a questo punto, forse tirato per la giacchetta da
qualche telefonator cortese romano o toscano chiede di sospendere ogni
manifestazione per evitare disordini nella sua città.
ANPI, CGIL e ARCI
aderiscono alla richiesta ben sapendo che la mianifestazione si terrà
egualmente senza i loro vessilli nazionali. Ci saranno,
come ovvio sia, delegazioni di tutte e tre le sigle a titolo personale che
mostreranno in questo modo il loro dissenso da una decisione così inconcepibile, inutile e dannosa per la democrazia stessa delle organizzazioni. E forse molte
tessere iniziano a volare.
La domanda è infatti
una sola : è plausibile lasciare la piazza senza un presidioo democratico
ufficiale? E’ credibile un’organizzazione antifascista che si piega al volere
di un sindaco di provincia non scendendo in piazza contro il fascismo in un
momento in cui le destre estreme dilagano?
Ed è plausibile farlo con un documento che dice chiaramente
che il ministro Minniti, dello stesso partito del sindaco di Macerata, vuole
vietare qualsiasi manifestazione, mettendo sullo stesso piano quelle fasciste da
quelle democratiche ed antifasciste?
Per fortuna moltissimi tesserati delle tre organizzazioni
rinunciatarie saranno a Macerata portando comunque la testimonianza di
democrazia, purtroppo la mancanza delle segreterie sarà vissuta come
abdicazione non tanto al cretinismo politico di un sindaco, piuttosto alle
organizzazioni che fieramente urlano “Traini Libero”. E sicuramente verrà
garantita una manifestazione pacifica pur se arrabbiata. Sempre ammesso che il
caposceriffo da Roma, Minniti, non dia ordini diversi, come già fece un suo precursore
tempo fa, si chiamava Giafranco Fini ed era in questura a Genova durante il
famigerato G8.
Nessun commento:
Posta un commento