La fine estate si vede anche
dalle albe e dai tramonti intensi, densi carichi. Il mio amico Gabriele dice
che inizia la retorica tutta salentina: tramonto, barocco, evento. In realtà un
tramonto non è retorica, anche se è pur vero che con l’avvento degli smartphone
e il fatto che tutti si sentano fotografi d’emozioni (come l’imbianchino che
dipingendo una palizzata si crede Raffaello) il rischio è grande.
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Quei colori però sono vivi, veri.
Falciano lo sguardo arrivano oltre e fanno volare via con i pensieri, soprattutto
se hai in mano un bicchiere di vino rosato fresco (al tramonto, all’alba
sarebbe suicidio). E vedi arrivare velieri, guerrieri, gabbiani. Arrivano anche
liocorni, intanto quando si vola, si vola e basta, che c’entra se i liocorni, i
velieri e i guerrieri non esistono? Badassimo a queste pinzillacchere dovremmo
anche credere che il male assoluto sono gli immigrati, come dice qualcuno
lassù, seduto su stipendi d’oro.
E dovremmo credere che è giusto
ricacciarli nel lager libici. Sappiamo che così non è.
No, i liocorni nella fantasia
esistono eccome, ne ho visti mille e altri mille. Se guardassi il pelo
nell’uovo della realtà e del realismo mi dovrei riscredere su mille altre cose.
Il mondo nelle mani di due bizzarri personaggi: Trump e Kim il Sung. Questi due
signori giocano a fare la guerra, uno lancia missili qua e là, l’altro manda
bombardieri su chi lancia missili, l’ONU condanna, Kim se ne scatafotte e
ridacchia. Non sono Liocorni, sono veri. Fra i due si vuole contrapporre un
terzo personaggio dalla specchiata fama: Antonio Razzi parte per la Corea del
nord a mediare. Allora, facendo due rapidi conti è bene che si porti un
interprete personale che bene lo conosce. Non per dire, ma se l’interprete è
coreano ed ha studiato un buon italiano, a fraintendere gli sproloqui di Razzi
ci vuole un attimo, il rischio di distruzione globale sarebbe molto più vicino.
Come dice bene Gramellini, fra
trent’anni chi vivrà vedrà questo terzetto come il male peggiore dell’umanità.
Ma torniamo terra terra parlando
di tramonti e di albe, stamattina, poco dopo l’alba, sono uscito ed ho portato
il cane alla canonica passeggiata, armato dell’occorrente per raccogliere
misfatti. Accanto ad un cestino per i rifiuti ai giardinetti si ferma un’auto,
scende il tizio e getta nel cestino una borsa di bottiglie. Gli ho spiegato che
ci sono i contenitori appositi per il vetro, mi ha guardato con un sorrisino
demente come se io fossi un marziano ed è risalito in auto. Il mio cane gli
faceva le feste, pensava fosse un liocorno invece era solo un incivile.
E risparmiamo considerazioni
all’alba e al tramonto sulla politica italiana, non si capisce bene quanti
centri, quante sinistre e quante destre ci saranno alle prossime elezioni.
Salvini fa il Salvini, Di Maio fa il Salvini del sud, Renzi va in treno,
Vendola non c’è più, però c’è Fratoianni che dice cose anche sensate, però
conta pochino, poi ci sono miriadi di meteore: “abbassati che passa Civati,
attento alla testa, Bersani in arrivo. Ussignur, Giovanardi che straparla
(quando mai ha parlato dignitosamente?). E poi spuntano un paio di baffi con
D’Alema dietro che pontfica lui pure”. Chi rimane inossidabilmente plastificato
è Silvio il breve, il pluricondannato al quale tutti, maggioranza e
opposizione, chiedono lumi sulla politica e sulla concezione di democrazia.
Esattamente come chiedere a Totò Riina come fare la riforma della giustizia.
Forse per questo non mi
appassiona il voto che non sia amministrativo, almeno in città e in regione so
chi votare e perché (spesso, non sempre).
Poi dicono che i liocorni non
esistono. Ma lasciamo perdere, questi sono liocorni della democrazia ed esistono,
eccome se esistono. Sono esseri che neppure pa più fervida fantasia avrebbe
saputo creare, neppure i fratelli Grimm o Gianni Rodari. Macchè, sono quelli
che ti fanno dire: Non sempre il vero è verosimile.
P.S. – alle elezioni siciliane,
ad oggi, sono probabili tre candidati delle sinistre disunite, uno per i
grillini e uno per le destre. Toh.
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