Il 17 luglio 1979,
Anastasio Somoza Debaye, dittatore del Nicaragua, fugge precipitosamente da
Managua portandosi appresso la cassa con i fondi internazionali per la
ricostruzione a seguito del disastroso terremoto del 1972 che uccise oltre
10.000 persone e rase al suolo Managua. Da allora la città è estata ricostruita
solo in parte in quanto la famiglia Somoza intascò i quattrini della
solidarietà internazionale.
Nato a Leon il 5
dicembre 1925, fu l’ultimo membro della famiglia Somoza a governare
ininterrottamente dal 1936 il Nicaragua. Secondo figlio di Anastasio Somoza
Garcia. “Tachito” (così era soprannominato il dittatore) studiò negli USA e all’accademia
militare di West Point. Dopo l’assassinio del padre, il fratello maggiore
divenne presidente, lui gli successe facendosi eleggere nel maggio 1967.
Dittatore sanguinario, mise fuori legge tutti i partiti di opposizione e, dopo il
terremoto, venne rieletto. La Chiesa cattolica raffreddò molto i rapporti con
il dittatore, grazie anche al sacerdote e poeta Ernesto Cardenal, che diventerà
poi ministro con i sandinisti.
Cardenal era esponente di spicco della teologia della liberazione, fortemente
osteggiata da Giovanni Paolo secondo che vedeva di buon occhio le dittature e
tacciava gli oppositori tout court come “comunisti”. Emblematico l’incontro a
Roma fra il papa e Oscar Romero, arcivescovo di El Salvador che verrà
massacrato dal criminale D’Abuisson mentre diceva messa. In quell’occasione
Woytila fu molto freddo con Romero facendogli intendere che non si difendono i
comunisti.
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Quel che rimase dell'auto di Somoza |
Nel 1979 il Frente
Sandinista de liberacion national strinse accordi con moderati illuminati e
riuscì a entrare in Managua mentre il dittatore fuggiva precipitosamente. Lo
stesso Jimmy Carter raffreddò i rapporti con il dittatore.
Anastasio Somoza
Debayle venne assassinato in Paraguay, ad Asuncion dove si era rifugiato, il 17
settembre 1980. Ad eliminarlo fu un razzo anticarro sparato dal Capitan
Santiago (Hugo Iruzun) che faceva parte di un gruppo di guevarisiti guidato da
Enrique Gorriaran Merlo (Ramon), già dirigente dell’Ejercito Revolucionario del
Pueblo.
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