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sabato 11 febbraio 2017

Solidarietà a Virginia Raggi



Solidarietà al Sindaco di Roma Virginia Raggi oggi occorre veramente esprimerla.
Non per il suo operato come prima cittadina, neppure perché ne condivido le scelte politiche, ha le sue grane da risolvere e problemi con la magistratura,  solidarietà   urlata per l’osceno titolo sessista, razzista e xenofobo del “giornale” Libero diretto dall'ineffabile Vittorio Feltri (le virgolette si impongono se si considera che un giornale dovrebbe essere organo di informazione e non più simile alla carta igienica).
“Patata bollente” è veramente un insulto dei peggiori, lanciato da chi non ha argomenti. E ammicca al suo acquirente ideale, quello   che dice di averlo duro e pensa che le donne siano scendiletto per il maschio latino. Che capisca o meno quel che legge, poco importa.
Annoto, come mostra la foto del giornalaccio, che lo stesso titolo venne utilizzato in altri momenti e per altri episodi, neppure uno sforzo di fantasia. Ma si sa, i sessisti hanno in testa una sola cosa.
I "giornalisti" fecero già gossip parlando alla pancia delle persone,  attribuendo alla stessa Raggi  una relazione sentimentale con Raffaele Marra. Al lettore attento e mediamente intelligente interessano gli sviluppi penali e civili dell’operato del Sindaco, non certo i suoi presunti flirt che sono cose personali e riservate, quell'aspetto interessa i cretini.  
Un’operazione mediatica che ha fatto tornare alla mente altri boatos in altri tempi per denigrare e depistare l’attenzione, uno su tutti: era il 19 maggio 1994, a Casal di Principe vene massacrato Don Peppe Diana, immediatamente la camorra mise in giro la voce che si trattava di affari di donne, addirittura che andava a letto con due contemporaneamente. Voce immediatamente ripresa da alcuni “giornali” più vicini a  Libero che all'informazione.
Parallelo azzardato? Eppure è la prima cosa che ho pensato vendendo quell'ignobile copertina che serve solo a provocare reazioni e risate dei non pensanti, di quelli che dicono "sono tutti uguali", eppure ben sappiamo che i giornalisti non sono tutti uguali, ci sono i Feltri e quelli democratici e capaci.
Per scelta e per ventura ho la fortuna di conoscerne molti giovani, generalmente sottopagati, che fanno il loro mestiere con serietà, che verificano, che fanno inchiesta e che stanno sulla notizia con il distacco del professionista pur avendo una loro idea come elettori e cittadini. Persone per bene, che sanno i limiti delle parole, sanno scrivere e sanno parlare, eppure mai vengono chiamati nel talk televisivi che ampi spazi offrono a Feltri.  
Il movimento di Virginia Raggi non è il mio movimento, e non l’avrei votata fossi stato romano, però questo è un altro discorso, questo i titolisti di Libero non sono in grado di comprenderlo. 

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