Riccardo Orioles è un giornalista italiano. Nel 1982 fondò
con Pippo Fava il periodico I Siciliani.
Fava venne trucidato dalla mafia un anno dopo. Orioles proseguì nel suo impegno
in contrasto delle mafie come giornalista.
Fu tra i fondatori del settimanale Avvenimenti e fino al
1995 direttore de I Siciliani. Nel
maggio 2006 fonda e dirige il mensile Casablanca
sempre occupandosi di mafia e corruzione. Nel 2008 la rivista chiude per
mancanza di fondi e nasce ‘U Cuntu,
giornale on line. Nel frattempo il suo nome compare come direttore di Telejato,
TV che molto infastidisce i mafiosi.
Ora Orioles ha maturato una pensione di 400 euro al mese,
pensione sociale che non gli consente di pagarsi le cure mediche di cui
necessita. Per questo su Change.org è stata lanciata una petizione per fargli
ottenere un vitalizio grazie alla “legge
Bacchelli” che consente di sostenere italiani che si sono distinti “per
chiara fama” nel mondo dell’arte, del lavoro e ai quali vengano meno i mezzi di
sostentamento minimi per la sopravvivenza.
La petizione ha raccolto 30.000 adesioni e le firme sono
state consegnate alla presidente della Camera Boldrini.
Giusto e corretto che lo Stato dedichi risorse per la
dignità e la sopravvivenza di persone illustri, giusto e corretto che non venga
negata la possibilità di curarsi a Orioles. Una domanda tuttavia si impone
prepotente e tristemente: quanti italiani sono in condizioni di estrema povertà
e rinunciano alle cure minime? Quanti “suicidi” indotti dalla miseria e non
assistiti in Italia? E i deputati e senatori che tanto si infervorano per non
concedere un fine vita dignitoso a chi non ha più speranze come si pongono di
fronte a questo scempio? I Giovanardi, i La Russa e i cascami della civiltà e
della democrazia non si sentono correi nel negare il sostentamento e la dignità
di migliaia di persone? Un pensionato che non si cura perché non ha i quattrini
per farlo e muore possiamo considerarlo morto per omicidio colposo?
Ho firmato senza pensarci un attimo la petizione per
Orlioles, naturalmente, e lo rifarei immediatamente, rimane tuttavia aperto il
problema dei problemi: la salvaguardia della dignità di persone che, magari,
non sono di chiara fama, ma che hanno lavorato, prodotto, sbagliato, fatto
piccole o immense azioni. Rimane il problema di offrire a tutti un reddito
minimo, cure gratuite, e rimane aperto il problema di dare ad “Ognuno secondo
le sue capacità, a ognuno secondo i suoi bisogni”, come diceva Karl Marx e come
è scritto nella Bibbia, agli Atti
degli apostoli (cfr. At 4, 35) dove l’identico concetto era
espresso come forma più alta di democrazia, o se vogliamo di pietas. Quando
considereremo i pensionati al minimo persone piuttosto che problemi di
bilancio?
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