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giovedì 29 dicembre 2016

Debbye Reynolds e Carrie Fisher

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Ph: repubblica.it
 
C'è qualcosa di crudele a volte nel destino. Penso che per un genitore la perdita di un figlio sia una delle cose più innaturali e incomprensibili. Quando muore un genitore si prova dolore e rassegnazione, perchè questo è il corso delle cose, perchè, coscientemente o meno, lo si mette in conto. Se muore un figlio si prova dolore e rabbia, perchè così non deve essere mai. Solo in questi casi ci si rende conto di come il destino a volte sia bizzarro, incomprensibile, di come siamo in balia di eventi che vanno oltre ogni nostro calcolo. E il pensiero va a quei mille e altri mille mandati a morire in assurde guerre, intere generazioni decimate nella prima e seconda guerra mondiale, e ancora oggi in scenari che popolano i telegiornali e ai quali ci stiamo piano piano assuefacendo, ahinoi. 
Così pensare a questa donna, Debbie Reynolds, che stava preparando i funerali della figlia, immaginare il suo stato d'animo quale poteva essere, il suo senso di inutilità e impotenza di fronte all'incredibile vero, non può non suscitare rispetto, sconcerto e commozione. 

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