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mercoledì 13 luglio 2016

Sciacalli fra Andria e Corato

Come bene dice un articolo su huffington post, la tragedia dei treni fra Andria e Corato si stava ancora consumando e già sui social piovevano pareri di “esperti” che tutto sapevano e addirittura tutto avevano previsto. Tragedia nella tragedia, mentre migliaia di persone per bene facevano la coda in ogni ospedale pugliese per donare indispensabile sangue, i digitatori solitari (masturbatori della tastiera) sapevano che la colpa è di Renzi, Alfano, Delrio, Vendola, Emiliano e di ogni politico possibile e immaginabile. Invece ci dovrebbe essere un tempo anche per tacere. Dignità, per Dio.
Ci stiamo abituando anche a calpestare cadaveri ancora caldi, il problema per qualcuno non è una morte assurda, che sicuramente avrà dei colpevoli ma che spetta alla magistratura scovare e punire, e ci saranno sicuramente responsabilità politico/affaristiche dietro i milioni di euro stanziati dalla comunità europea per il raddoppio della linea e mai spesi, probabilmente per capire come spartirsi il bottino. Tuttavia, per sapere occorre capire. Prima porsi il problema di comprendere. Personalmente ero all’oscuro che esistessero tratte a binario unico in ogni parte d’Italia, ma non me ne faccio una colpa.  Addossare colpe a prescindere è invece uno sport esageratamente diffuso ovunque, come lo è la generalizzazione. “I politici sono ladri”, tutti? Proprio tutti?  “I commercianti che non denunciano il pizzo sono collusi con la mafia”, non esiste possibilità altra? "Gli islamici sono terroristi", dice Matteo Salvini, qualcuno gli ha risposto "gli islamici mi pare esagerato, sarebbe come dire che gli italiani sono tutti cretini perchè qualcuno ti vota". “Piove governo ladro” va comunque bene in ogni occasione.
Anche i cronisti dei TG nelle lunghe dirette in cui hanno ripetuto per ore e ore le stesse cose, salvo qualche sortita sciacallesca mettendo il microfono in bocca ad un sopravvissuto a caso, ad un certo punto erano esausti, una in particolare, di non ricordo quale rete, ha terminato il servizio dicendo papale papale: “l’unica cosa certa è che su quel binario c’era un treno in più”. Scoop!
Un tempo per ricordare i morti si faceva un minuto di silenzio. Ecco, riproviamoci.  


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