
Il
successo fu planetario, l’Hula Hoop invase ogni paese del mondo. In realtà fu
una copia di un gioco del 1800 diffuso nelle isole Hawaiane, l’Hula. L’intuizione
di produrlo e diffonderlo prima negli USA, poi in Gran Bretagna e in seguito nel
resto del mondo, fece si che se ne vendessero oltre 20 milioni di esemplari di
ogni colore.

Fu mania,
avevano alcuni inconvenienti però, molti polsi doloranti, qualche vetro rotto,
qualche orologio frantumato, tanto che cessarono presto la loro diffusione e ci
fu addirittura chi propose di vietarne la vendita.
Negli
anni ’80 fu la volta del cubo di Rubik, però, essendo un gioco non solo
manuale, ma che implicava ragionamento e deduzione,
ebbe fortune più limitate.
Ricordo serate intere passate con amici a tentare di risolvere l’enigma, e
ricordo il libro che acquistammo con le soluzioni.
Erano
giochi individuali che tuttavia avevano una particolarità, si socializzavano o
per far vedere la propria bravura nei primi due casi, oppure per cercare
soluzioni per il cubo di Rubik.
In questi
giorni invece spopola il Pokemon, migliaia di ragazzini e non solo camminano
per strada con lo sguardo fisso sullo smartphone a cercare di cacciare le
bestioline che possono comparire proprio dove si trova il giocatore, accanto a un monumento che sta guardando, nel negozio che è a due passi da lui. E' vera mania. Si chiama "realtà aumentata", non è sufficiente quello che vedi ma loro aggiungono Pokemon in questo caso, non si sa bene cos'altro domani.
Da tenere in
considerazione che per giocare con questa applicazione occorre essere sempre
connessi, attivare il geolocalizzatore e avere la fotocamera sempre attiva. Questo
provoca un esaurimento repentino delle batterie, e in più consente alle aziende
che gestiscono il gioco di sapere dove sei, quali posti visiti, quali sono i
tuoi interessi e via dicendo, tutte informazioni che potranno essere vendute
per le pubblicità mirate. Non è un caso che si ipotizzino per Apple e Appstore
guadagni superiori ai 7 miliardi di dollari in tempi brevi. Addirittura negli
USA (per ora) un negozio o un bar può fare richiesta di avere nei suoi locali
le bestioline virtuali, questo attira clienti a decine con relativo giro
d’affari.
Ovviamente
Pokemon è, come tutti i giochi virtuali, assolutamente in solitario, non si
condivide con nessuno la propria abilità.
Il
problema, al momento, si pone per chi guida, si dovrebbe evitare infatti di
cercare bestioline mentre si è al volante, e anche per chi cammina, non è raro
vedere nasi sbattuti sul primo lampione disponibile.
video sui giocatori di pokemon
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