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sabato 26 settembre 2015

5 giugno 1999: Pantani viene squalificato, la camorra vince il Giro d'Italia!

Era il 5 giugno 1999, il giorno forse più maledetto per il ciclismo italiano, il giorno in cui uno dei più grandi campioni che mai abbiano pedalato sulle strade italiane e del mondo intero venne squalificato, alla fine di un giro d’Italia che aveva già stravinto. Quella estromissione lo portò ad un declino inarrestabile, fino alla morte avvenuta, quasi sicuramente, per omicidio. Accennammo in queste pagine ai sospetti del giornalista francese Brunel, seguimmo con ansia la ferma volontà della famiglia Pantani di cercare la verità su una morte tanto assurda da non poter essere catalogata come suicidio o “banale” overdose. Da sempre chi scrive è intimamente convinto che troppo buio ci sia dietro la volontà ferma e precisa di tranciare una vita da campione.


Oggi sta venendo alla luce un’altra verità che definire inquietante è solo un sottilissimo eufemismo, è devastante in ogni senso perché, quando verificata, metterebbe a nudo la falsità dello sport come puro agonismo e dell’infiltrazione ad ogni livello delle mafie in tutte le pieghe della vita civile.
Ne parla la Gazzetta dello Sport in un lungo articolo  a firma Francesco Ceniti. Fu la camorra a pilotare l’esclusione di Marco Pantani dal Giro quel maledetto 5 giugno. Ne parlò Vallanzasca nella sua autobiografia, disse che un affiliato di camorra, suo compagno di galera, gli disse di non puntare “sul pelatino” che a Milano non sarebbe arrivato. La Camorra gestiva le scommesse e in caso di vittoria di Marco avrebbe dovuto sborsare milioni. Riuscirono a bloccarlo, con quali complicità spetta alla magistratura individuare, sicuramente personale medico e paramedico addetto alle analisi non ne fu estraneo, sicuramente dirigenti alti e meno alti del ciclismo erano complici. Sicuramente il Giro d’Italia venne vinto dalle mafie, e gli altri?
Lasciamo lavorare la magistratura, però si conferma quanto andiamo dicendo in ogni incontro in cui si parla di gioco d’azzardo: le mafie dominano incontrastate in ogni ganglio di questa sciagura sociale, dai gratta e vinci al superenalotto, al lotto, ad ogni estrazione. Dominano direttamente nella gestione delle slot spesso truccate. Loro dominano e lo Stato lucra sulle speranze, sulla povertà, sulla miseria di pensionati e non, di donne e uomini lasciati letteralmente nelle mani dei malavitosi. Da quando il gioco è diventato legale le mafie si sono date una spolverata di dignità in uno Stato assente quando non connivente.
Calcio scommesse, ora ciclismo scommesse, perdono e vincono partite a tavolino, decidono che deve perdere e chi deve vincere sulla base delle scommesse che debbono incassare.  Scommettere ancora è uno degli esercizi più idioti che un cittadino mediamente informato possa fare. Solo togliendo loro il potere economico  le mafie si possono contrastare, solo con una diffusa coscienza civile si può vincere questo cancro che domina la finanza ad ogni livello, che droga la convivenza civile, le amministrazioni comunali (ultimo è esploso in caso Lecce in cui la Sacra Corona Unita gestiva le affissioni elettorali e quasi sicuramente la compravendita di voti). Onore, quindi al campione Marco Pantani. Chiediamo a gran voce che gli venga restituita quella maglia rosa del 1999. 

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