Lo scorso 4 maggio è stato assassinato
Eusebio. Era uno dei leader dei Ka’apor, etnia brasiliana che da decenni si batte
contro le mafie della deforestazione dell’Amazonia. Il Brasile, secondo
Greenpeace, è il paese in assoluto più pericoloso per gli ambientalisti. Ogni
due minuti un’area pari ad un campo di calcio viene privata dei suoi alberi. E l’Unione
europea è al primo posto fra i consumatori di quei prodotti illegalmente,
secondo un rapporto di organizzazioni ambientaliste. Brasile e Indonesia deforestano,
i Paesi Bassi importano e smistano le materie di derivazione disboscamento
importate: Olio di Palma per Germania e Paesi Bassi, la carne bovina in
Inghilterra, il pellame in Italia, la soia in Francia. Oltre il 50% di queste
merci arrivano dal Brasile dove la deforestazione sarebbe illegale al 90%. L’80%
di disboscamento illegale se lo contendono invece Indonesia, Malesia e
Paraguay.
Nel solo Brasile a
settembre, secondo i dati satellitari forniti dall'organizzazione no profit
Imazon, sono stati rasi al suolo ben 402 km quadrati di foresta, il 290% in più
rispetto allo stesso mese del 2013, per destinare il terreno ad altro uso. Da
agosto a settembre i chilometri quadrati persi sono stati 838, pari a un
incremento del 191% su base annua.
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