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giovedì 30 aprile 2015

Notte lunga... lunga notte

La notte scorre. Ancora un caffè e una sigaretta, poi forse si va a dormire. Passano auto rumorose sulla strada, la radio manda musica, i pensieri si affollano. Lascio andare le auto, la radio e i pensieri.  Ricordi di viaggi, partenze e ritorni, anche se tornare non è mai possibile. Nulla sarà come l’hai lasciato, tutto è mutato. Anche i ricordi mutano col passare delle stagioni, si smussano spigoli. 
Forse, chissà, la notte aiuta ad emozionarsi pensando agli occhi di un bimbo, quello che guardava un tramonto e si stupiva. Ora chissà dove sta, chissà se ancora guarda i tramonti, e chissà se ancora si stupisce. Se viaggia sarà per sempre.
Passano auto in strada, rivedo chiudendo gli occhi  quel mare e quella luna piena. 
Accidenti, mai mettere a posto le foto quando non sei del giusto umore per farlo, va a finire che poi prendi un caffè in più se lo fai.
Però ora che la notte è avanzata, rimane musica dolce in radio e nessun rumore in strada, sembra d’essere in campagna, è un peccato sprecare tutto questo dormendo.  I telefoni sono spenti, alla buon’ora, è vero che nessuno chiama la notte, però è tranquillizzante sapere di non essere raggiungibile che dai tuoi pensieri (fantasmi?) notturni. “La notte arrivano solo pensieri tristi” mi diceva qualcuno. Mica è poi vero, a volte arrivano pensieri e basta, anche sorrisi.  Sentivamo grilli e Chopin quella notte, eravamo 5, forse sei. Neppure una ragazza!  Erano le campagne del paese, eravamo belli allora, avevamo la certezza che l’avremmo cambiato questo mondo storto. Poi è passata la certezza. Anche Chopin è finito. Poi siamo invecchiati senza neppure rendercene conto, qualcuno se ne è andato, qualcuno non è mai tornato, ma si sa, è impossibile tornare! Ah l’ideologia che grande sciagura, più ci stai dentro più va a finire che ci credi e ti avviluppi nelle sue spire. Stupenda l’ideologia, soprattutto quando qualcuno che pensa di essere maturo (fieramente maturo) dice che è morta. Allora, ascoltando Chopin in campagna, avrei risposto che è chi è senza idee e speranze che muore. Solo allora? Mah! Chi è fieramente maturo va a finire che pensa che Renzi sia l’unico futuro possibile. Solo una persona triste arriva a tanto! Triste e, diciamolo, un pò bruttina, pallida. 
Lunga la notte stanotte. Vorrei essere di fronte al mare, camminare lentamente, sentirne il profumo… Strana notte questa lunga notte.
Si beveva vino rosso, qualche canna di roba coltivata nell’orto, roba leggera che però dava l’idea della trasgressione. Peccato che poi sia arrivata altra roba e abbia ammazzato senza restituire neppure un sorriso. Non noi, noi no, noi proseguimmo ad ascoltare Chopin o De Andrè o Janis Joplin. Quel che capitava e che piaceva, finchè non arrivava qualcuno con un nuovo disco e diceva “ascolta questo, è bellissimo”, anche trovare lavoro era facile, allora, per questo non ci si accontentava… Oggi invece che l’ideologia è morta, è finito anche il lavoro e quelli che sono maturi (fieramente maturi) sanno come va il mondo ed hanno tutte le ricette in tasca per cambiarlo. Anzi, per tenerlo com’è. In fondo loro, i fieramente maturi, hanno anche stipendi fieri, spesso fierissime pensioni. Cronopios e Fama… Grande Cortazar, quasi come Chopin che ti prende l’anima e la fa volare la notte (notturni, appunto).
Che strano, mi viene in mente anche il verso di Cèsar Vallejo che Elsa Morante utilizzò come dedica per il suo immenso libro “La Storia”, e che diceva:  “Por el analfabeto a quién escribo”. Nella notte in cui il Nepal, uno dei paesi più poveri al mondo, conta i morti ed è stato raso al suolo da un terremoto, mi vengono in mente cronopios, fama, el analfabeto… E quelli fieramente maturi.
Macchè, mica finisco qui questa lunghissima giornata, ancora un caffè è rimasto nella caffettiera. Ancora una sigaretta. Ancora i silenzi della strada.   
Le cronache della settimana? Banali:  la natura fa il suo corso e scatena terremoti, le persone fanno il loro corso molto spesso di imbecillità e scatenano guerre, la Grecia forse fallisce o forse no, dipende dagli umori dell’Europa. Il governo italiano spiana il parlamento e la democrazia come neppure un terremoto sa fare. Insomma, banalità nei confronti di una lunga notte. Tutto banale tranne la notizia più emozionante: lui e lei, vent'anni circa, camminavano tenendosi per mano. Au revoir. 

  

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