Carlo Ricchini, caporedattore “storico” dell’Unità, ricorda con queste parole la morte di Eugenio Manca, "storico" giornalista de l'Unità (quando ancora era il giornale fondato da Antonio Gramsci).
Voglio con queste frettolose righe avvertire tutti gli amici e i compagni che è venuto a mancare Eugenio Manca, uno dei migliori giornalisti dell’Unità, uno scrittore, un uomo buono e gentile, un cultore della poesia. Una persona amata e stimata. Aveva lavorato all’Unità sino agli anni ’90, era venuto a Roma da Lecce con la sua adorata Gisella. Era diventato in pochi anni inviato speciale e, spesso, i suoi pezzi erano veri e propri saggi di letteratura. Era poi passato alla redazione delle iniziative speciali, al Salvagente, partecipava e curava l’uscita dei libri, e uno portava la sua firma: raccoglieva i suoi articoli sui mestieri, dall’operaio, al contadino, al tecnico, al lavoratore intellettuale. Ricordo le sue interviste ai grandi vecchi italiani. Pezzi meravigliosi.
Da alcuni mesi era gravemente malato. Un maledetto tumore se lo è portato via. Aveva 71 anni.
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