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giovedì 3 luglio 2014

morti in mare, Nardò, clandestini e schiavi

Luglio  2014: 45 morti per soffocamento in un barcone.
Agosto 2011:  35 morti nello stesso modo.

Crepare come cani, soffocati per la ressa in un barcone lercio, guidato da scafisti assassini. C’erano bimbi, donne e uomini, c’erano ragazzi. Volevano arrivare nell’opulenta Europa. Vengono in mente le parole di Renzi (ogni tanto ne dice una giusta pure lui) “L’Europa ci dice le misure dei tonni da pescare, ma non fa nulla per queste morti”. In realtà l’Europa ci fa sapere di avere stanziato da tempo quattrini che l’Italia non utilizza. Però Alfano non ci sta, lui i bimbi li manda con le madri nelle carceri dei dittatori, mica noccioline.
 Sul blog: http://fortresseurope.blogspot.it/2006/02/nel-canale-di-sicilia.html ci sono i numeri ufficiali. Il Senatore Manconi da anni si occupa del problema, intervistato ha dichiarato che negli ultimi 25 anni si possono contare 6 morti al giorno seppelliti nel cimitero mare nostrum. 60/70.000 persone svanite nel nulla. Qualcuno li chiama clandestini.


E sulle politiche dell’immigrazione l’Italia, questo piccolo paese governato da troppi anni, la dicono lunga anche a livello locale. CGIL Lecce denuncia con un comunicato stampa che il Comune di Nardò nulla ha fatto anche quest’anno per i lavoratori in nero, per offrire loro un ricovero, un letto, una doccia dopo ore sotto il sole salentino a raccogliere angurie. Non sono bastate, evidentemente, le denunce per riduzione in schiavitù. I caporali continuano indefessi il loro lavoro. E noi a chiederci se nessuno, ma proprio nessuno conosce i nomi e cognomi dei proprietari dei campi in cui lavorano gli schiavi. A domandarci come mai un comune guidato da un sedicente centro sinistra possa permettere tutto ciò. In nome del PIL?

Dignità, per Dio… Dignità… Si facciano nomi e cognomi, chi sa parli. Chi sa e tace eviti di lamentarsi con Don Ciotti quando dice che ci vuole un calcio in culo per chi non ha memoria. Nessuna città è mafiosa, esistono però molti cittadini che fanno dei comportamenti mafiogeni la loro filosofia. 

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