Elezioni, impossibilità di formare un
governo, sinistra e sinistre, il Presidente del Senato (seconda carica dello
Stato) che, circondato dai suoi colleghi, fa un sitin per contestare i giudici
con un atto che potremmo definire eversivo, antipolitica pervasiva. Ne abbiamo
parlato con il Professor Egidio Zacheo.
“Professore, io ho da sempre sostenuto che
la possibilità di dare una preferenza sia un fatto di democrazia, le ultime
elezioni mi hanno sconfessato, chi ha votato il movimento 5 Stelle spesso non conosceva
i suoi candidati, tutti però conoscevano bene Beppe Grillo che non era neppure
candidato. Si vota l’uomo forte o quello che fa più rumore?”
“C’è un evidente disagio sociale che non è
stato intercettato da nessuno. E le responsabilità stanno in tutte le forze
politiche, soprattutto in quelle di sinistra che avrebbero dovuto dare un
segnale. La situazione è grave, non si può slegare la comunità, la coesione
sociale è la precondizione per fare uscire un paese dalle sue difficoltà,
quando il disagio è così marcato io comprendo anche il voto di forte protesta per
Grillo”
“In realtà ci sono istanze di Grillo
sottoscrivibili anche dalla sinistra”
“I contenuti hanno poco senso, Grillo
vuole destrutturare il sistema, le parole d’ordine che lancia sono banali,
elementari. Impossibili per certi aspetti”.
“Non le ricorda il voto di protesta dato
alla Lega Nord nel ’94?”
“Certamente. Il Movimento cinque stelle ha
cavalcato l’antipolitica che è la cifra della storia unitaria del paese. E’
stato facile gioco indicare come responsabili dello sfacelo i partiti politici.
E poi, diciamolo, i Partiti non ci sono più da tempo. La crisi e l’esito del
voto hanno dimostrato che un sistema senza partiti non regge. Ha vinto Grillo, in
alternativa c’è il PDL che è un non partito fatto da un populista. La lezione
che viene da queste elezioni è proprio questa, che occorre tornare alla
politica”.
“Evidentemente il discorso si estende al PD.
D’Alema ha detto che dopo Bersani ci
sarà Renzi, è una minaccia piuttosto che un’investitura?”
“Il PD non nasce con il bisogno di dare
alla politica un partito strutturato. La sua nascita è segnata da Veltroni, ricordo
le cose dette “contro i partiti del ‘900”, ricordo i documenti che hanno dato
vita al PD. Veltroni credeva nelle virtù carismatiche del leader senza
apparato, circondato dai suoi, con un alone di potenza che gli derivava dal
potere. I dibattiti si svolgevano nelle TV piuttosto che nelle sedi deputate a
discutere, quegli organi di partito che
non esistono più. Vediamo l’assemblea nazionale, è composta da migliaia di
persone che nessuno sa bene chi siano.
Bersani aveva un disegno diverso, vuole ridare un senso all’organizzazione
politica. Si è impegnato, però il PD è un amalgama di cordate ognuna delle
quali ha lo scopo di prendere il potere. Molti oggi vedono come soluzione
quella che, secondo me, sarebbe la vera
fine della politica: la candidatura di Renzi. La marcia deve essere invertita
in fretta.”
“Però oggi il PD è il primo partito senza per altro i numeri per governare, i governi brevi di Prodi non hanno fatto nulla per cambiare la legge elettorale, sembra quasi ci fosse la volontà di tenersela com’è”
“Nel paese e in Parlamento non è stata
fatta maturare un’iniziativa in tale direzione. Sa che penso? Che neppure ora
il PD volesse cambiarla, si pensava che la vittoria sarebbe stata schiacciante
e questa legge avrebbe agevolato il governo prossimo. Il PD stesso ha chiuso
alcuni varchi possibili al cambiamento. Però penso che i risultati sarebbero
stati devastanti comunque”.
“Magari ci sarebbe stato un Senato
governabile”
“Forse si, però mi ripeto, il problema è
politico”
“Professore, vedo una Democrazia bloccata,
il presidente del Senato scende in piazza contro la magistratura”
“E’ gravissimo, nel PDL non esiste un
gruppo dirigente, ci sono pretoriani fidelizzati. Non è eversione comprare
parlamentari? Quale partito sarebbe rimasto immobile come il PDL di fronte a
questi fatti? Sembra quasi si faccia quadrato attorno al capo a prescindere da
tutto. Non si chiede chiarezza, si vuole passare oltre senza aprire un
dibattito”.
“E il populismo di sinistra?”
“Chi di populismo ferisce, di populismo
perisce. Vendola ha trovato Grillo che lo è più di lui. Vendola ha
un’impostazione simile a quella di Berlusconi, la maggioranza dei quadri degli
ultimi vent’anni ha questa matrice. Vendola, lo stesso Veltroni, il populismo
ha iniziato a vincere con Occhetto e con la nascita del PDS. Ricordiamo le
carovane, la gioiosa macchina da guerra, il leader carismatico. Ricordiamo la
cancellazione del tessuto delle sezioni. In verità è sempre esistita una
componente populista nella sinistra italiana, però non ha mai prevalso. Con la
caduta del muro la vergogna provata da persone come Veltroni ed altri per la
loro storia, li ha spinti ad assumere posizioni ultranoviste per liberarsi da
quella che ritengono una tara del passato. Berlusconi ha trovato terreno
fertile ovunque. La sinistra è stata sconfitta sul piano culturale, siamo alla caduta dei valori e delle idee, altro che delle
ideologie. Prima quanto meno esisteva una griglia per leggere il mondo, certo,
le cose richiedevano aggiornamenti continui, ovviamente, però esisteva una base
ora manca anche quello. Oggi il Partito vive solo nei momenti elettorali. Le
Primarie sono democrazia fittizia in occasione delle scadenze”.
“Ora che succederà?”
“Io ragiono così: quando la politica è in
crisi la Democrazia ha la risorsa istituzionale. Se la politica è debole le
istituzioni debbono provvisoriamente guidare il cambiamento. Ora si debbono
fare funzionare le istituzioni. Esiste un partito di maggioranza? Bene,
Napolitano ne dovrebbe prendere atto, senza fare colpi di testa come fece con
Monti. Il Presidente deve farsi garante della logica istituzionale. Bersani deve
avere una possibilità, andarsi a cercare i voti in Parlamento. Se non riuscirà
si darà un altro incarico, poi si tornerà, in caso di fallimento, a Bersani perchè
faccia un governo che porti alle elezioni”.
“Non sarebbe stato meglio votare l’ottobre
scorso?”
“L’ho scritto più volte. Purtroppo la
lettura della crisi che ne fece Napolitano fu diversa. Grillo Grillo e
Berlusconi hanno avuto un anno di tempo per organizzarsi. Napolitano non è il
notaio è il custode delle istituzioni”
“Il PD si spaccherà?”
“Se c’è impazzimento si dividerà. Renzi
non ha nulla a che vedere con la sinistra. Uno che snobba le riunioni di
partito è fuori da ogni logica di organizzazione. Renzi non è fuori dal PD, ne
è contro. Il partito non è un bus sul quale si sale o si scende come molti fanno
oggi.”
“Siamo positivi, in Italia esiste spazio
per un Partito socialdemocratico”
“Il PD può esserlo, ancorato al socialismo
europeo, parte di una forza grande, con una consistenza ideale. Ci vuole un partito
moderno collegato al movimento di civiltà continentale. Occorre costruire
l’Europa delle persone, non quella dei tecnici. Il progetto è grande, e il crescente
disagio deve trovare una sponda nella sinistra, non altrove”.
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