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mercoledì 3 dicembre 2014

Famoso non sarai se in Salento non passerai.

Faceva notare l’amico Pierpaolo Tarsi in un bell’articolo su Fondazione terra d’Otranto come sia difficile diventare noti senza avere avuto almeno un passaggio nel basso Salento. Negli ultimi mesi abbiamo letto che la Cristoforetti, prima donna astronauta italiana, è stata a Galatina a imparare a volare. Dopo di lei una notizia più triste, però il personaggio è, ahinoi, noto. Il medico di Emergency colpito da ebola è stato lui pure a Galatina, in ospedale però. I giornali salentini non possono che fiondarsi su queste notizie quasi a dimostrare l’imprescindibile salentinità dell’umanità intera. Ma forse non sanno che Adriano Celentano una volta mangiò una guantiera di pasticciotti regalatigli da un fan. Senza quelli sarebbe a mendicare nella via Gluk forse. Anche il nobel Dario Fo ben otto volte (cosa che lo lanciò nella corsa all’ambito riconoscimento) pronunciò la parola “Salento”. Ah questi giornalisti che si lasciano sfuggire queste chicche, non ci sono più i reporter di una volta!
C’è tuttavia una salentina DOC che è assurta alle cronache internazionali e, chissà perchè, nessuno sembra volerne parlare, nessuno è profeta in patria evidentemente.

Umberto e la sua badante, Rosi Mauro da Squinzano
Nata a San Pietro Vernortico e cresciuta in quel di Squinzano, dovette emigrare a Milano. Buona lavoratrice, divenne sindacalista UIL, nel 1990 il colpo di fulmine con l’elevata ideologia e la filosofia più eccelsa, Rosi Mauro passò al SinPa (Sindacato Padano), la sua ascesa nella lega targata Bossi fu folgorante:
1993: consigliere comunale a Milano.
2005: consigliere regionale in Lombardia.
2008: Senatrice della Repubblica e vicepresidente del Senato.
2010: Incarichi nella lega nord Emilia e Liguria.
2011: Presidente della commissione lavoro dell’arcinoto Parlamento del Nord.
2012: Espulsa dalla lega da Roberto Calderoli.
2012: Fonda il movimento “Siamo Gente Comune”, assolutamente ignorato dalla cronaca, dagli elettori e, tutto sommato, da chiunque non si chiami Mauro di cognome.
In tutti questi anni è diventata ufficialmente la badante di Umberto Bossi, dopo malattia che ha peggiorato la sua già precaria situazione intellettiva, il capo della lega fu messo dal “cerchio magico” che lo proteggeva, nelle mani della Mauro. A  carico della salentina si è concluso un procedimento giudiziario per spese pazze alla regione Lombardia. E’ pure stata prosciolta per l’affaire Belsito, il tesoriere del partito di Bossi e Borghezio, quello che investiva quattrini in Tanzania. Non è stata sicuramente estranea al commercio di lauree fasulle albanesi per il pupillo di casa Bossi, tal Renzo.
Bene, ora giustizia è fatta, mentre l’astronauta e il medico in Salento ci sono solo passati di sfuggita e per caso, la Mauro è salentina a tutto tondo.



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