Arrivata (quasi) la fine di settembre, si inizia a fare un resoconto
dell’estate torrida e piena appena passata.
A Lecce abbiamo vissuto una vera e propria esplosione di avvenimenti,
una bulimia in risposta a due maledetti e lunghi tempi di chiusure, pandemie,
mascherine, distanziamenti, novax e sivax e ansie, paure, incertezze.
E la città ha riposto in modo egregio a concerti, presentazioni di
libri, mostre ed ogni tipo di evento proposto.
Gli sforzi sono stati notevoli da molte parti, ben sappiamo come organizzare costi non solo in termini di
denaro, ma anche come precisione, puntualità, costanza.
Ecco, la costanza paga sempre, essere testardamente e caparbiamente
impegnati a diffondere e proporre cultura in ogni ambito e con la tenacia che mette in disparte gli
scoramenti per serate magari non riuscite, per assenze dovute a mille motivi e
altro, è vitale per creare.
Personalmente faccio ammenda, ho seguito pochissimo per motivi
personali, di salute, per il caldo eccessivo di troppi giorni. Però ho visto
stelle brillare nell’universo dell’organizzazione di eventi e avvenimenti.
Ho la fortuna ed il privilegio di avere come amico un instancabile
lavoratore della cultura, Mauro Marino. Organizza, prepara, è presente. In più
è poeta. Un unicum veramente invidiabile nel panorama delle scelte culturali
della città. Per tre mesi non ha perso una serata, ad Extra Convitto ha creato
una vera e propria agorà di discussione, ascolto, comprensione.
In sostanza una risorsa per chi ha a cuore la necessità di andare oltre al barocco e
alla movida, di tuffarsi nel presente tenendosi dentro il patrimonio del
passato anche remoto. Una risorsa, ahinoi, spesso non considerata da chi ha il
compito di fare sintesi con le scelte amministrative e culturali della città.
Ecco, voglio ringraziare tutti gli operatori che hanno lavorato in
questa rovente estate, ma in particolare il pacato Mauro. Con affetto.
Chiudo citando Norberto Bobbio che, ritengo, benissimo calza con il
pensiero di Mauro:
Il compito degli uomini di
cultura è più che mai oggi quello di seminare dei dubbi, non già di raccogliere
certezze.
(Norberto Bobbio)
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