Négritude, negritudine, il termine venne usato per la prima
volta da Aimé Césaire nel terzo numero della rivista L’Etudiant noir.
Negritudine come rivendicazione della cultura negra a fronte di quella
dominante e colonizzatrice dei francesi. Erano gli anni ’30 del secolo scorso.

Négritude quindi come riscatto e come riconoscimento
dell’essere umano, al di là del colore della pelle. Sartre fu solidale con questo
movimento di poeti e, in uno scritto per la rivista Présence Africaine,
distribuita in Francia e a Dakar, definì la négritude come “la negazione della
negazione dell’uomo nero”. E ancora, in uno studio a cura di Senghor
“L’antologia della nuova poesia nera e malgascia di lingua francese” la
paragonò a Orfeo che cerca la sua Euridice, il nero che cerca sé stesso, le
proprie radici.
E nelle pagine del libro si trovano poesie che rivendicano,
sperano, osano sfidare con le armi della cultura: “La mia Negritudine non è affatto sonno della razza ma sole
dell’anima…”. Un libro che si rivolge in copertina al fratello bianco:
Caro
fratello bianco
Quando io
sono nato, ero nero
Quando sono
cresciuto, ero nero
Quando sto
al sole, sono nero
Quando sono
malato, sono nero
Quando
morirò, sarò nero
Mentre tu,
uomo bianco
Quando se
nato, eri rosa
Quando sei
cresciuto, eri bianco
Quando
prendi il sole, sei rosso
Quando hai
freddo, sei blu
Quando hai
paura, sei verde
Quando sei
malato, sei giallo
Quando
morirai, sarai grigio
Allora, di
noi due,
Chi è l’uomo
di colore?
E così l’amico Amadou con la sua casa editrice salentina che ci racconta il Senegal e l'Africa, ha colpito ancora, occhio ai ragazzi di Modu Modu, ci sanno fare in mezzo a un'editoria locale che è pure produttiva, troppo spesso però ingessata e statica.
AA.VV. Poemi
della Negritudine Modu Modu editore - € 9,00 (francese con testo a fronte)
Presentazione
e traduzione: Antonella Colletta – Illustrazioni: Marta Solazzo.
Nessun commento:
Posta un commento