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lunedì 8 febbraio 2021

Governo Draghi, fine dei partiti, Matteo e Matteo

 Siamo alla vigilia del varo del nuovo governo guidato da Draghi. Uomo della finanza alta, altissima. Un governo apolitico che, nei fatti, azzera la politica. I partiti, come già con il mai rimpianto governo Monti, si fanno da parte perché, nei fatti, sono evaporati. La caduta di idee (non solo delle ideologie) e l’abisso creato fra loro e le persone, gli elettori, pare incolmabile. Mondi separati. Non si comprende, per esempio, quale sia per i partiti l’idea di una società possibile che vada oltre la contingenza del momento,  di ampio respiro. E penso al partito che dovrebbe essere quello più vicino ad un’idea di democrazia condivisa, il PD. Come temuto a suo tempo, la fusione a freddo della vecchia DC con l’antico PCI (PDS, DS) ha disvelato l’annichilimento di quest’ultimo e la guida, non sempre dignitosa, di arrembanti ex democristiani.



Vuole il MIUR

Fino al capolavoro delle primarie che santificarono Matteo Renzi (detto Matteo d’Arabia) alla sua guida. Il resto è storia recente.

Matteo d'Arabia

                                                      

Il Matteo è riuscito a cacciare Letta e sostituirlo, ha creato una riforma costituzionale criminale chiedendo  un referendum che doveva avallare il peggio e anche di più, praticamente chiese all’epoca un plebiscito sulla sua persona. Il PD plaudente lo seguì nella catastrofica sconfitta.

Alle elezioni successive, visto lo stallo di tre formazioni parimerito, fece carte false pur di mandare i cinque stelle nella braccia della destra più becera di Salvini. Disse allora “mai con loro”. Nel frattempo uscì dal PD portandosi dietro veline, valletti e scherani di varia natura e, dopo la caduta del primo governo Conte, fece carte false per auspicare un’alleanza PD cinque stelle e con lui a fare da ago della bilancia . Ah la coerenza del saudito.

Ex ministra Bellanova

                                                    

Non contento, forse era questo il suo intento da sempre, fece cadere anche il governo Conte due con una mirabile conferenza stampa in cui dimetteva, praticamente non lasciandole parlare, le due ministre del suo partito.

Con l’incarico a Draghi di formare il nuovo governo ora i suoi giochi sono fatti, è riuscito nel capolavoro di avere una asse di ferro con il peggiore, l’altro Matteo, quello dei 49 milioni rubati e restituibili in 70 anni.

La politica, in sostanza, è annichilita dalla verve di personaggi inquietanti con un seguito risibile fra gli elettori.

Ora temo ci spetterà un governo simil Monti, lacrime e sangue. Con la variante che stanno arrivando moltissimi soldi dall’Europa, grazie al lavoro di Conte. Soldi che fanno gola a moltissimi, in particolare a chi è più contiguo alle mafie.

In questa crisi epocale, sanitaria, economica, sociale, dovrebbe essere al primo posto il welfare: sanità pubblica potenziata e gratuita, possibilmente tolta dalle rapaci mani di presidenti di regioni che sono troppo spesso incapaci, arraffoni, improvvisatori. Scuola e università gratuite e potenziate nel loro agire, magari con stipendi adeguati per i docenti e strumenti per i ragazzi. Quanto meno con edifici scolastici che non crollino al primo alito di vento. Infrastrutture adeguate a potenziare la maggiore industria del nostro paese: turismo, arte, cultura. Matteo d’Arabia, per dire, vuole il ponte sullo stretto, opera degna di un Berlusconi qualunque e delle sue olgettine e assolutamente inutile nell’economia della mobilità. Qui, in tutto il meridione, mancano treni decenti, strade degne di essere percorse, collegamenti dignitosi fra le marine e le città d’arte, e questi pensano a un ponte assolutamente inutile e sul quale ha già messo mano cosa nostra da una parte e la ndrangheta dall’altra.

Dei cinque stelle occorre dire che sono l’apoteosi dell’incoerenza istituzionale.

Volevano “aprire il parlamento come una scatoletta di tonno” (cito Grillo in persona).

Negarono ogni possibilità ad un governo con Bersani in un primo tempo. Poi, dopo le capriole di Renzi, si allearono con la lega di Salvini (il peggior partito intriso di razzismo, omofobia, xenofobia, vicino alle dittature sovraniste), e da Salvini furono mandati al diavolo, altra capriola,  alleanza con il PD dicendo “mai più con Salvini”. Ora tornano con lega e PD. Se non è isteria questa.

                                   

In sostanza, siamo ad un altro bivio della democrazia italiana, o i partiti, e parlo di quelli che hanno a cuore la democrazia, non certo della lega, di fratelli d’italia e simili cascami dell’umanità, devono tornare a fare politica alta. Matteo d’Arabia è solo un tristissimo momento, destinato a scomparire alle prossime elezioni (a meno che il PD magnanimamente, non offra collegi sicuri alle varie veline del saudito, cosa assolutamente non improbabile).

Insomma, che la politica torni ad essere ciò che l’etimologia del termine dice: l’arte di governare lo Stato. Oggi siamo alle basse manovre di sottogoverno, alle unioni fra i peggiori e nei fatti, al soccombere della democrazia messa nelle mani di burocrati che guarderanno le banche e i banchieri piuttosto che la res publica.