E' Pasqua, anche in tempo di clausura forzata.
Certo sono tempi cupi, ci ricorderemo di questo periodo per
il resto della nostra vita. E temo sarà ancora lungo.
In questi giorni ci passa davanti agli occhi un rosario di morti per il maledetto virus, di problemi che
oltre un mese di blocco totale dell’Italia ha provocato e resi ancora più
evidenti. Parliamo di povertà che aumentano, di lavori persi, di redditi
azzerati. E parliamo dello sforzo immane che debbono fare i governi ad ogni
livello, da quello nazionale a quelli dei piccoli paesi, per tamponare in
qualche modo, a volte senza averne strumenti adeguati, situazioni di disagio,
povertà, solitudini, spaesamenti.
Quando tutto questo finirà si conteranno le macerie ma anche
gli slanci di solidarietà, piccola o immensa, tuttavia sempre commovente.
E la memoria metterà in fila negatività e positività di
questi giorni.
Rimarrà sicuramente come un dolce ricordo il silenzio
irreale della città, la commovente sensazione di sentire voci provenienti da
altri palazzi, il rumore di quell'unica auto che passa in una via solitamente
trafficatissima ad ogni ora del giorno e della notte.
E rimarranno le immagini dei “potenti” che scopriamo umani.
Rimarrà l’icona di Papa Francesco solo davanti ad una piazza San Pietro
deserta, solo a benedire, solo con tutto il peso dei problemi dell’umanità
addosso, potente e forte di quella fede che lo sorregge e che gli fa
sperare in un mondo meno criminale.
E rimarrà l’immagine di un Sindaco, Carlo Salvemini, nella quotidiana diretta facebook che ci informa ogni giorno alle undici dell’andamento
del maledetto virus, delle precauzioni da prendere, della raccomandazione di
non uscire di casa, dei controlli su strade comunali e non. Quel Sindaco che,
anche lui, forse, oppresso da un periodo così difficile da governare, ha il dovere e l’onere
di rispondere ad ogni richiesta. Anche lui però è una Persona, e durante una diretta, arriva a commuoversi raccontando di un’amica, ricercatrice
di fama negli USA, che vede morire colleghi fra le sue braccia. Forse è questa
la cifra che rimarrà impressa per molto tempo nelle menti e nei cuori. Due solitudini, il Papa di fronte al vuoto della piazza, e
un “piccolo” Sindaco di fronte a una webcam.
A noi che stiamo in casa non rimane che ascoltare e fare il
poco o molto che possiamo per difenderci e difendere gli altri, con piccoli
gesti, con modalità ormai codificate, con mascherine e disinfettanti per le
mani. Possibilmente senza lasciarci travolgere dalle ondate crescenti di
pessima informazione fatta di bugie e affidandoci
a fonti ufficiali e controllate.
In tutto questo, Buona Pasqua a tutti, per quanto buona
possa essere.