Commenti

Non pubblicheremo commenti anonimi.

venerdì 21 febbraio 2020

Strategie neofasciste identiche a quelle dell'ISIS


Dopo la strage di Hanau in Germania risulta ancora più chiaro quanto evidenziato da una importante inchiesta  su L’Espresso del 14 febbraio scorso “Il Fascista alla porta, una rete suprematista internazionale presente anche in Italia…”
E’ ormai acclarato come esita una fitta rete di contatti e di siti gestiti da nazisti e fascisti a livello internazionale. La migrazione degli espulsi da Facebook  verso siti quali Telegram e altri loro complici, i quali predicano l’odio verso il diverso, sia negro, ebreo, straniero, gay o quant’altro, ha come scopo la ricerca della strage fine e sé stessa. Anche in Italia abbiamo avuto esempi di questa strategia con vere e proprie mattanze (Traini docet) e con lo stillicidio di scritte, svastiche sui monumenti, minacce a ebrei e non solo. La strategia di questi criminali ha una profonda somiglianza con quella dell’isis, lanciare segnali di guerra in rete e lasciare agire cani sciolti in ogni dove. Esaltati che nel chiuso delle loro camerette si drogano con notizie e slogan che leggono su quei siti, e si sentono autorizzati a compiere le peggiori nefandezze, assaltare immigrati, gay, e nelle meno cruente ipotesi, a fare scritte sui campanelli e sui muri, invitando di conseguenza all’odio diffuso.
In tutto questo agiscono, colpevolmente inconsapevoli, individui che rimestano nella palta del neofascismo. Sindaci di piccole città che chiedono lo scioglimento dell’ANPI, personaggi squallidi che si rendono, nei fatti, collaterali alla strategia di questi criminali condannando chi li contrasta a livello etico, morale, culturale.
Nessuno intende sostituirsi agli inquirenti, ad ognuno il suo lavoro, però è indispensabile una profonda riflessione e una continua vigilanza a qualunque livello. E denunciare ogni sospetto movimento a chi ha il compito di indagare.
La storia parte da lontano, è di questi giorni la notizia che la strage di Bologna, ad opera dei neofascisti nostrani, venne imposta, finanziata e agevolata da Licio Gelli, il quale aveva ai suoi ordini i servizi deviati e una parte della politica nostrana, d’accatto, oltre che legami stretti con le mafie. Il passaggio di consegne ad un altro ventennio dominato da personaggi poi condannati per vari reati quali malversazione e strettissimi rapporti con cosa nostra (cit. Dell’Utri, Berlusconi & c.) fu una delle conseguenze di quel periodo e di quelle stragi.
Ora questo nuovo fenomeno che vede leggera indifferenza, come già citato, di una parte della politica ufficiale. Braccia tese ai comizi di noti politici già padani, teste rasate e, ovviamente, singoli folli disponibili ad azioni cruente che si lasciano irretire da chi vuole pieni poteri.
Le difese da tutto questo scempio stanno nella ostinata valorizzazione della democrazia in ogni sua forma, anche nell’impedire colpi di mano che vogliono depotenziare le rappresentanze parlamentari consegnandoci un parlamento fatto di ricchi signori che possono comprarsi voti e rappresentare solo una parte della popolazione. Stanno nell’antifascismo, nella lettura attenta degli accadimenti e nella loro comprensione, e soprattutto, citando un noto magistrato, continuando a  ”resistere, resistere, resistere”.