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sabato 28 dicembre 2019

Cartoline dal Salento



Nei primi giorni del 2020 sarà in alcune librerie "Cartoline dal Salento".

Pensieri e parole in libertà, Cartoline dal Salento. Questi i titoli che potrebbero definire i bozzetti di Gianni Ferraris apparsi, un po’ di anni fa, su il Paese Nuovo di Lecce, ed. cartacea, su Fondazione Terra D’Otranto (www.fondazioneterradotranto.it) e sulla pagina on line di Città Futura di Alessandria (www.cittafutura.al.it), un’esperienza che gli ha permesso di mettere radici nel Salento e, al contempo, di mantenere i contatti con Solero (Alessandria), sua città di origine.
(Fernanda Franchini - Con gli occhi del “forestiero”  )

…Ecco perché ho trovato decisivo che Gianni abbia scritto Elio (Spagine Edizioni, 2016). Un libro autobiografico, che ha permesso di dar voce a quell’urgenza di manifestare pubblicamente quell’amore e il ricordo che Gianni portava dentro di sé per la triste e rivoluzionaria vicenda del fratello, ma che ha permesso di raccontare, con occhi di uno “straniero” venuto da un piccolo borgo piemontese, il Salento. Tornando ad oggi, quando Gianni mi ha parlato di voler raccogliere ed organizzare alcune sue riflessioni, contenute in questa raccolta, sono stato felice di leggerle. Sono, di fatto, la naturale conseguenza del suo eterno “osservare” e la conclusione di alcune parti delsuo precedente lavoro. (Diego Dantes – Del cuore e dell’eterno osservare)

Farsi “prestare” gli occhi trovo sia sempre un esercizio utile. Affinare la propria sensibilità puoi farlo solo cambiando il punto di vista accogliendo quello dell’altro - scardinando le convinzioni sedimentate, le con-suetudini, la scontata adesione alle “cose”, al quotidiano, alla Terra, alle particolarità che, sempre di più, diventano impiccio identitario. E, allora, cosa c’è di meglio che la scrittura per aderire allo “sguardo dell’altro”? (Mauro Marino - Farsi prestare gli occhi )

Sono tre spezzoni delle note di lettura che precedono “Cartoline dal Salento” e delle quali, quasi commosso, ringrazio gli autori. Così come non posso che inchinarmi al maestro Giancarlo Montelli per la meravigliosa copertina che sintetizza in gesti che solo un maestro può rappresentare, il Salento plurale. Quello della cultura, del lavoro, della natura, dell’arte. 
E poi ci sono i pezzi messi assieme in un collage non cronologico, ma quasi casuale. Pensieri e parole che venivano fuori guardandomi attorno, spesso meditate, molto spesso istintive, e che comunque hanno un sottofondo comune, il “clima” che le ha provocate. La luce del Salento, i ghirigori del barocco, gli uliveti ahimè ora sofferenti, le lune, molte lune, appoggiate sul mare. Insomma, senza Salento sarebbero state altre parole.

giovedì 26 dicembre 2019

Impressioni di un Natale

Rieccoci, ogni anno arriva il Natale, festa religiosa per molti, festa e basta per altri. E' comunque un periodo in cui tornano ricordi, rimpianti, riavvicinamenti, pranzi e cene, regali cercati o improvvisati, ringraziamenti, persone che non vedi da un anno che incontri e ti dicono "a te e famiglia". In fondo è un fine anno, e speranza in quello che arriva. Però più si avanza con l'età, più ci si rende conto che non cambia una cippa. E si ricomincia. Però gli auguri si fanno col cuore spesso, e con un pò di tristezza per un passato remoto che profumava di mandarini e cucina e che scandiva l'infanzia. 
A Natale si torna anche a d Alessandria, città, confesso, tristanzuola  e buia. Ci si scontra con l'inverosimile vero. Negozi chiusi, poche luminarie, illuminazione pubblica scarsa, percorri una nota via del centro, San Giacono della Vittoria si chiama, e ti rendi conto che i pedoni non riescono a camminare perchè è aperta al traffico automobilistico che a sua volta è intasato e fermo. I pochi avventurosi che osano si accendono una sigaretta perchè è idiota farsi avvelenare dagli scarichi delle auto e non provvedere da sè a inquinarsi. Gente in giro ala vigilia di Natale se ne vede, però l'impressione di una città spenta rimane. Unici momenti di gioia sono i volti dei bimbi. 
E va bene così, appena fuori città, nel primo Monferrato, il panorama è da emozione fortissima, cielo terso, le Alpi in fondo, e sotto la collina nebbiolina, silenzio attorno mentre cammino, sembra un mondo altro, diverso. Un fuori dal mondo. Sono i luoghi in cui si andava per farsi una camminata e parlare, o semplicemente per guardare le stelle. La tranquillità delle colline, dei paesi, dei campanili che guardano da lontano. E buon anno a tutti quanti allora.